Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

martedì 27 dicembre 2011

VIAGGIO A REGGIO - 9° (estratti dal diario)

XX° SABATO 6 AGOSTO - GIOIA TAURO - REGGIO CALABRIA

Mi sveglio con comodo. E' la domestica che mi accompagna a recuperare la bici, ma fortunatamente riesco a salutare il Sig. Francesco e scambiare due parole. Mi racconta così la passione per le otri che nasce dalla volontà di mantenere le tradizioni familiari: le loro campagne ne erano piene , interrate e lui ha voluto salvare e restaurare quelle che si erano salvate dai bombardamenti della guerra, il resto è venuto da se.
Abbiamo il tempo per scambiare opinioni su quanto avanzati fossero gli antichi, anche tecnologicamente, e prende ad esempio i templi di Paestum forti imponenti ed ... eterni.

Mi rimetto in viaggio e subito all'uscita di Gioia, una periferia trafficata e polverosa, inizia la salita - inaspettata - che mi portrà a Palmi: sapevo che avrei dovuto scavallare il Monte S. Elia, ma non che dovevo duplicare la fatica!.
Mi fermo alla prima pendenza un po più dura, ma alla fine quasi mi sorprendo di riuscire a fare in bici lunghi tratti che a tutta prima sembravano ostici. Evidentemente non lo erano e con qualche sosta, arrivo in cima dove la strada spiana  e poco prima di Palmi addirittura scende.

Il ricordo di Palmi è sfumato in una grande piazza ed un corso dove comprammo dei dolci nella pasticceria più rinomata del paese, ma non mi azzardo a salire per il centro: a sinistra è la strada per Reggio e per S.Elia 8 km in ascesa continua con pendenze superiori all' 8%.
Mi fermo ad un palmento ed un ciclista con un rapportino leggero passa e mi saluta:  dopo poco scompare dietro una curva ed  mi domando perchè io no! io no perchè non ho le gambe non ho la bici non ho il cuore!
E allora devo spingere ed andare a piedi, per quasi tutti gli 8 km.
Ma non mi pesa e tutto sommato non mi affatico troppo anche se ho impiegato quasi due ore.
Sono quasi le 14 quando riconosco sulla destra la strada che sale su al campeggio ed al monte: mamma mia !da qui in poi tutta discesa fino a Reggio Jau'uu. Incrocio i cantieri dell'autostrada che stanno li' da quarant'anni ormai, diventati di diritto elementi del paesaggio naturale....Come possono pensare a Roma che un giorno si potrà smantellare tutto quell'ambaradan...

Riconosco le strade che percorrevo trent'anni prima e mi prende un sentimento di contentezza misto all'inquietitudine della sorpresa che sto per fare.....Poco dopo si presenta Roberto e ci abbracciamo, incontro la famiglia e soprattutto la mamma di Enza che trovo piuttosto arzilla: me la ricordavo più austera con il sinalone nero, ritrovo invece con piacere una signora ironica e sorridente.
Non avevamo molto da dirci, non proprio estranei ma quasi: avevo immaginato una accoglienza diversa. Pazienza. Sono abituato.  Ho dato un senso alla visita scattando alcune foto. Improvvisamente avevo fretta di andare. Prima di partire Roberto ha voluto farmi salutare la zia Rosetta, Rosa che forse non voleva, ed il marito Enzo che , seppur non benissimo in salute, ha mostrato un piacere genuino nel vedermi.

Tutta la visita è durata meno di un'ora!sono ripartito quasi sollevato, anche se con un pò di amarezza, ma con l'affetto immutato. Non ho potuto incontrare Maurizio ed Enrico, l'altro fratello: chissà forse anche a loro avrebbe fatto piacere vedermi lì....senza disturbare.


Ho affrontato la lunga discesa verso Bagnara con negli occhi il panorama del mare e nella mente il riocrdo di quando si parlava di Enrico che affrontava quelle curve in modo spericolato in motorino: ora potevo rendermene conto. Di Bagnara avrei voluto vedere il porticciolo dei pescatori con le spadare colorate, ma  alle quattro del pomeriggio in piena estate in fondo alla discesa c'erano solo stabilimenti balneari con frotte di ragazzini e musica a tutta callara. Non mi andava di fermarmi, di andare a cercare : ho imparato bene come quasi mai si possano replicare identiche emozioni.

Sono sempre sulla SS18  che in questo tratto verso Scilla è stretta ed a ridosso del mare, bellissimo poco più sotto. La strada non è facile, continui saliscendi: nella nebbiolina azzurrognala tra mare e cielo si vede la Sicilia di fronte.Scartata Scilla e la sua spiaggia superaffollata - che pena! - uno sguardo sulla destra al Castello dove abbiamo conosciuto Rita, il prossimo paese è Villa San Giovanni.
Case basse come quelle di una periferia povera, ma quando finalmente si esce si ha una visione dello stretto spettacolare: la Sicilia è lì ad un passo ...




ma la strada per Reggio ancora lunga e faticosa.


I paesini poveri e piuttosto degradati si susseguono senza soluzione di continuità: l'ostacolo più duro alla marcia è costituito dai continui cavalcavia sulle fiumare: erte ripide che assomigliano avere e proprie montagne russe. Infatti devo prendere la rincorsa in discesa per superare poi con l'abbrivio il ponte senza troppa fatica. Ma a quest'ora e dopo tutta questa strada nelle gambe non mi divertono più!.

Supero il cartello dei 500KM della SS18, ma di Reggio neache l'ombra, non ci sono indicazioni del chilometraggio mancante. Supero Gallico, che è già la periferia, ma purtroppo mi perdo il cartello di ingresso ,che avrei voluto immortalare.
Niente da fare, sono già a Reggio: ho già risposto male ad una vigilessa che non mi ha saputo dare indicazioni della ProLoco, e mi avvio alla ricerca del sospirato e meritato - credo io - riposo!.
Lo trovo in un B&B vicino al palazzo della regione. Pulito e confortevole ma soprattutto con un proprietario cortese e disponibile: caratteristiche queste che ritroverò in altri reggini.


        

mercoledì 7 dicembre 2011

MI SCRIVE DA RIO


L'esperienza che sto vivendo è ovviamente un'opportunità incredibile per me ........
 La realtà che viviamo qui ogni giorno, per la maggior parte grazie alle attività e all'intensa programmazione prospettaci da Unicef , è molto difficile e struggente.
Rio è una città sporca, pericolosa e molto povera. Due giorni fa siamo stati in una casa di accoglienza per i bambini di strada; avremmo dovuto fare l'abordagem, ovvero accompagnare i tutor che se ne occupano durante il processo di "raccolta" dei bambini dalla strada per portarli in questa comunità per la giornata, ma purrtoppo proprio quando siamo andate noi l'educatrice è partita in anticipo.
Ad ogni modo abbiamo avuto l'opportunità di stare con questi bambini, arrivati alla casa, l'intera mattina;
con loro abbiamo preparato l'albero di Natale, abbiamo spazzato per terra, abbiamo giocato...

Sono bambini che non hanno opportunità e che non conosco altra legge al di fuori di quella della strada. Bambini con gli occhi da bambini quando stanno dentro questa casa, con la stessa speranza e la voglia di fare e sorridere che hanno tutti i bambini, e gli occhi dei grandi, dei padroni quando sono fuori (perché una sera li abbiamo incontrati per strada a Lapa con le loro bande; si muovono sempre in gruppo!).
Sono arrivati la mattina alle 8.30, sporchi, maleodoranti, graffiati, storditi da droghe più o meno pesanti dalle quali solo dopo qualche ora si sono liberati ritrovando un pò di lucidità, stanchi. 
Dopo essersi lavati e aver indossato panni puliti i più stanchi si sono messi a terra a dormire, sul pavimento sporco e duro, perché mancano i letti, o su delle panche di legno rotte. 

Ancora, dopo quest'esperienza siamo stati in una favela (comunità), la Città di Dio (famosa per un film)
 per assistere ad un forum della comunità all'interno di una chiesa. Ovviamente non ci siamo addentrati nella comunità ma dai vetri dell'autobus si vede chiaramente la desolazione di case  in mattone che crollano con la prima pioggia portandosi via l'unica possibilità di un tetto per molte persone. Durante il forum sono emerse le problematiche più rilevanti all'interno di questa comunità e la violenza intrafamiliare è una di queste, causa della fuga di moltissimi di questi bambini destinati a diventare di strada e a trovare nella droga l'unico stimolo di vita.
Ancora, oggi siamo andati al carcere minorile. E' stata un'esperienza che, aggiunta a quelle dei giorni precedenti, mi ha creato un grande silenzio interiore. Non c'è possibilità per me  di descrivere quello che ho provato nel vedere questi bambini/ adolescenti con le mani dietro la schiena, i capelli rasati, chiamati per numero o in attesa di giudizio, forti apparentemente e tanto fragili dentro da piangere di fronte alla liturgia di un volontario di una comunità cattolica (qui si che la fede fa davvero la differenza!!). Non c'è modo di descrivere gli occhi arrabbiati, delusi, abbattuti di molti di loro o i volti di altri ancora dietro le sbarre in attesa di quell'unica ora di riposo e di svago che altri stavano già impiegando nella messa.


Per tutto questo che dico che non reggo, perché mi chiedo come tante cose siano possibili, come sia possibile che riusciamo a non curarci di determinate situazioni, ad essere cossì indifferenti nei confronti di nostri simili, così poco altruisti e così tanto egoisti; come possa essere possibile che ci rifugiamo in una vita fittizia e futile, non lo so ...


Ovviamente la situazione è tanto più difficile perché mettere 14 teste d'accordo non è assolutamente facile, soprattutto data la mia forte necessità di indipendenza e solitudine, il mio orgoglio e la mia presunzione, l'ignoranza di chi mi sta attorno e la non capacità di relazionarsi con toni tranquilli e pacati. Ad ogni modo anche questa è palestra di vita.

lunedì 21 novembre 2011

VIAGGIO A REGGIO C. (estratti dal diario) - 8°

GIOVEDI' 4 AGOSTO -  NOCERA TERINESE -BRIATICO

La colazione della mattina è un pò ....antica....
Pronto alla partenza. Supero Faleria e proseguo con la strada piana verso Capo Suvero e Lamezia Terme, il centro più importante di questa area, con l'aereoporto internazionale.
Il pompista di un distributore dove mi sono fermato per una breve sosta mi convince a non fare l'itinerario per Vibo Valenzia, che avevo scelto per tagliar fuori il promontorio di Tropea: la strada sarebbe ugualmente faticosa, con una bella salita per Vibo, ma senza il panorama marino.

Punto perciò verso Pizzo Calabro con l'intenzione di fare un bel bagno.
Dopo un pò la strada si addentra in una boscaglia e si intuisce che al di là c'è il mare.
La stanchezza si fa sentire accentuata da un paesaggio piatto e noioso.

Arrivo finalmente ad un bivio proprio sotto i piloni dell'autostrada che si ergono come giganti novelli alti quasi 100 metri: uno spettacolo dell'ingegneria che merita una foto.





Giro a destra lasciando la SS18 ed arrivo in leggera discesa; cerco invano un posto per il bagno ma sono costretto a salire...anzi a scendere dalla bici perchè il paese è sopra una rocca. Arrivo alla Piazza della Chiesa di Piedigrotta - antica e famosa - ma che non posso viistare perchè sono le due passate.
Decido di non visitare neanche il paese - che sono certo meriterebbe - e mi soffermo ad una bellissima fontana fresca dove mi abbevero e rinfresco lungamente, quindi scendo per una ripida discesa alla ricerca della spiaggia ....che non c'è!.




Sono furioso: vorrei fermarmi ma non ci riesco.
La strada risale verso Vibo Marina che è però distante 5 Km .....di salita ovviamente.




La spiaggia di Vibo, quella non privata, si allunga lateralmente al...porto industriale con alle spalle una bella fila di cisterne arruginite,! La stanchezza mi fa vincere la repulsione per l'ottusità della politica e mi immergo nelle acque calde....e non troppo pulite.









Arrivo a Briatico, un paesino per le vacanze, e,dopo il solito giro delle sette chiese, trovo posto in un albergo
quasi all'uscita. La notte non sarà tranquilla perchè fino alle due di notte un pasticcere distribuisce "cornetti notte" ad una frotta di ragazzini ininterrotta!




VENERDI' 5 AGOSTO - BRIATICO -GIOIA TAURO

La mattinata è fresca e pulita e subito fuori Briatico, la strada costeggia dall'alto il mare con sullo sfondo il golfo e Tropea: le numerose costruzioni si fanno sempre più ricche ed esclusive mano mano che ci si avvicina al centro vacanziero.
Un cavalcavia consente di evitare l'attraversamento della cittadina e questo non mi dispiace: avrei perso troppo tempo.
La strada si inerpica e poi riscende più volte: questi saliscendi sono micidiali per la mia resistenza, in più oggi fa piuttosto caldo. Non c'è passaggio da Capo Vaticano quindi bisogna salire fino a Ricadi, che raggiungo dopo circa un'ora di sali e scendi....dalla bici! la pendenza non è per me.

Il mare è bellissimo sotto di me, ma dovrò continuare a vederlo dall'alto: dopo Ricadi infatti una ingannevole breve discesa mi conduce all'ennesima salita, che faccio disgustato nel deserto più assoluto.
Finalmente arrivo in cima ed inizia una ripida discesa che fortunatamente posso fare al centro della carreggiata, perchè non passa nessuno: la strizza è al massimo livello perchè dallo sprofondo mi separa un esile guardrail. Anche qui cerco di non farmi prendere dal panico ed evito di guardare sotto il bellissimo panorama sul mare.

Arrivo a Nicotera e mi fermo per un gustare un gelato favoloso e rinfrescante: da sopra si vede la lunga striscia di sabbia che ormai arriverà fino a Palmi.

Dopo chilometri di campagna senza alcuna indicazione, mi ritrovo a San Ferdinando, uno squallido paese agricolo con le strade che si incrociano ortogonalmente e le palazzine di due piani ingrigite di cemento.
La piazza principale, squadrata con la solita coreografia di panchine occupate da vecchi e molteplici capannelli di perditempo a chiacchierare. Non c'è una fontana! dove rinfrescarsi.
Ed anche se sul mare non c'è neanche un albergo ...accessibile.

Scappo e subito fuori il paese una rampa mi porta all'ingresso del famigerato "Porto di Gioia Tauro"!
Un'altra cattedrale nel deserto - territorio privato di camorristi - con una autostrada a quattro corsie riservata ai Tir ....deserta! Dopo 500 metri uno svincolo mi riporta sulla SS18 subito dopo Rosarno! Chiuso il cerchio.



Mancano meno di dieci chilometri a Gioia Tauro, tutti in pianura.
Tagliata in due dalla statale una tenuta enorme di ulivi mi accompagna per qualche km fino all'ingresso della cittàdina.L'indicazione che mi danno per l'albergo è di quelle con i fiocchi: vicino alla stazione ferroviaria c'è il più antico albergo di Gioia Tauro il Florimo: Per 25 €  il Sig. Francesco, un personaggio, mi assicura la disponibilità della camera ed il ricovero della bici.

Finalmente un ambiente di altri tempi, consono ai luoghi ed il proprietario è veramente una persona interessante: ingegnere, insegna al tecnico locale, ama i ciclisti e per questo raccoglie le loro firme su una agenda.E' conosciutissimo all'estero, Olanda e Germania, ma la sua passione più singolare - aiutata da una cultura classica non indifferente - è la raccolta ed il restauro di...Giare antiche! come un personaggio di Pirandello.Alcune le disegna e le fa cuocere a Soverato!

Ho camminato per quasi 5 ore e sono stanco. Dopo una bella doccia, vado alla trattoria convenzionata con l'albergo che nel menu' a 12 € mi offre :un primo di ...... con sugo di melanzane e capperi buonissimo, un trancio di pesce spada arrosto che occupava tutto il piatto con patate arrosto, la frutta ed un cicchetto.
Ma come fanno?!!!


venerdì 11 novembre 2011

IL DEFAULT DEL CAVALIERE.

Ce la vogliamo dire tutta?
ALLA FINE CI SONO RIUSCITI !
Un accerchiamento senza precedenti nella storia ha dato i risultati sperati.
Hard  To Die , ma alla fine non ha potuto più resistere. E per essere chiari
E' STATO UN BENE PER TUTTI NOI.

Non per la Democrazia: quella è un'altra cosa.Ma lo sappiamo tutti che la  democrazia non esiste.

Adesso abbiamo un tipo buffo - anzi un  puffo - semipelato dall'Europa che ci dice quello che ci serve:  l'Italia non ha bisogno di elezioni: ha bisogno di Mario Monti!
Finalmente dopo numerosi tentativi il Salvator della Patria invocato - in ogni momento di crisi - da tutti,
ma soprattutto voluto dagli speculatori della finanza, potrebbe  farcela.
Speriamo di no. Speriamo che in un rigurgito di dignità, o più facilmente nel caos dei loro sporchi  interessi,
 i nostri politici riescano ad impedire il cosiddetto "governo tecnico" !
Ce lo dice l'esperienza, lo dicono molti economisti, lo dicono soprattutto tutti quei paesi ridotti in schiavitù economica dal FMI e dalla WB : siamo poveri ma con il loro "aiuto" diventeremo Miserevoli.
E la storia non cambierà perchè a capo della BCE c'è un italiano.

Ma torniamo al Cavaliere.
Credo che in pochi, forse solo l'entourage più stretto, avrebbe previsto che la slavina generata dalle parole di
Veronica poco più di due anni fa : «Voglio fare una cosa da persona comune e perbene. Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni»  si sarebbe prodotta in una valanga che avrebbe travolto tutto!
Quello che non è riuscito alla politica in parlamento, quello che non è riuscito alla diffamante campagna di stampa in Italia ed all'estero, quello che non è riuscito alla magistratura che ha cercato di incastrarlo in tutti i modi, ha potuto il RIDICOLO.

L'immagine di un vecchio di settant'anni che si vanta pubblicamente delle sue prestazioni sessuali è Miserevole quanto Ridicolo affermare -e magari crederci sul serio- che si tratta di conquiste disinteressate.    
Il punto di non ritorno è certo stato il caso Ruby e l'arroganza di credere di poter manovrare tutti come burattini. Un errore imperdonabile! 

Eppure tutti hanno continuato ad omaggiarlo, a servirlo, la stessa opposizione non lo ha ritenuto indecente.

E' venuta la crisi e con l'ipocrisia degna dei più abili camaleonti, dei peggiori maramaldi, la si è attribuita alla  mancanza di scelte politiche e di riforme strutturali che il suo governo non è riuscito a fare: 
è vero, anche quello c'entra se ci ritroviamo in queste condizioni,  ma la crisi economica- lo sanno tutti -  viene da molto più lontano ed è perfino più potente dei singoli stati, Italia, Francia, Germania....

Vedere le immagini trasmesse  in cui il nostro Presidente del Consiglio viene ignorato dagli altri
partecipanti al G20 di Cannes è una offesa al prestigio ed alla dignità del Popolo Italiano.
Questa è la sua colpa principale: aver consentito all'ipocrisia degli establishment di confondere i suoi comportamenti privati con l'onorabilità ed il rispetto che devono al nostro Paese.    

La caduta sarà un tonfo fragoroso e la valanga ne trascinerà  via con se un bel po'.
Speriamo  

lunedì 7 novembre 2011

SOMEONE IN THE WORLD CAN THINK OF YOU

Many years ago I had the venture to share for about 9 months a large villa in Bethesda, Maryland, with four other guys: each of us coming from different regions and staying there for different time and reasons.

I was not so young - about 30 years old - but at that time  I was still in a "growing phase" :
I was still looking for my way.....and someone can say I'm still there!,

Gus was the referrer  of the house: he had the duty  to take contacts  with the owner, to collect loans money, take the house maintenance,  but mainly  - and it was his mania  - take the house clean!  The "Clean Mania".
He came from Lebanon - at that time hardly involved with palestinian issues - and he liked my dresses:
he was fashinated by the Italian fashion! I believe he tought it was my only "quality"....

Another guy - George, if I remind his name - was a musician and lived in the basement.
He plaied drums and he was often out of town for long period, so I never had any kind of  relation with him.

The most familiar person in the house was Bruce. He carried a curly rich black hair, was coming from Baltimore to work for  WWF in WA-DC.
Every week-end Lisa, his girl friend, came to the house and for 24 hours the activity in their room  were disclosed only by the continuuos jubilee screams.....

Bruce was nice with me.
I was very poor with the language and without any friend there, so he tried to involve me in some activities.
Once we went to a Bruce Springsteen concert - one of my very few - and I was excited of the atmoshere,  by the music, and ... the grren flavor!;  one other he brought me to his parent's house in Baltimore, where I met his mome and one of his friend David, candidate to a local administrative election.
Their was an Hebraic community and I appreciated their warmness and friendship they dedicated to me.

Once came back in Rome, we had the chance to mantain contacts and I could meet him again when he came for a WWF conference in Rome. Few years later in 1996 I did a long journey all over the States with my family, and I met Bruce again in WA just for a while.

Since than  we lost any contact without any specific reason, perhaps just the distancy, but after 15 years
thanks to Internet he was able to reach me and now we can share again a little of our life.

Surly this is not an exciting story and many people experimented the same situation, but let me say
that I was really glad to hear again from my friend and know that someone in the world can think of you.

   
  


domenica 6 novembre 2011

VIAGGIO A REGGIO C. (estrattti dal diario) - 7°

MARTEDI'  2 Agosto  - TORTORA - ACQUAPPESA

.......Ho riposato bene e sono pronto per la Calabria!
Subito un cavalcavia e poi la strada spiana per entrare a Praia a Mare, centro elettivo delle vacanze dei Napoletani: me la ricordavo più caotica e vecchia, ma il tratto di strada che percorro costeggia in un viale alberato palazzine basse e ben tenute. Si saranno ripuliti o sarà l'aria del mattino....

Si può proseguire solo risalendo sulla SS18 e per farlo c'è un'erta che in poco più di 1 chilometro sale di almeno duecento metri! la faccio ovviamente a piedi. In cima c'è una bella fontana e mi rinfresco perchè anche se appena partito ...sonno già distrutto.
Sono finalmente sulla 18 che mi hanno tutti avvertito essere molto pericolosa. Veramente la sto percorrendo da Napoli e finora non ho avuto grossi problemi, ma ora iniziano i viadotti, sempre in discesa, spesso aperti al vento laterale per le gole che scendono a mare; tuttavia passata la paura iniziale, cresce l'adrenalina della velocità e quasi mi viene di strillare yiiiaaauuu !, mentre le auto sfrecciano, gli occupanti si voltano sorpresi ed il guidatore non riesce ad esimersi di suonare il clacson ....il più a tradimento possibile.

....ancora uno strappo ed arrivo a Diamante, nota cittadina di villeggiatura sul mare....piena di romani.
E' l'una passata il sole è alto ed il mare troppo invitante per non fermarsi a fare il bagno: lo faccio.
Lascio Diamante proseguendo sulla litoranea ma ben presto devo risalire sulla statale che non è più piatta ma alterna salite, anche dure, a lunghe discese.
Scambio saluti con due ciclisti che mi sorpassano,e non riesco a tenere il loro passo: questo mi conferma nella decisione di essere partito da solo. Poter andare del mio passo, fermarmi quando mi pare per riposare o solo per il gusto di guardare il panorama o rifocillarmi, è una libertà a cui avrei dovuto rinunciare.


Il pomeriggio è inoltrato e dopo un tentativo fallito a Cetraro, dove l'albergo a due stelle che avevo scelto era stato ceduto ad una Ong che accoglie profughi dalla Libia, un altro era indegno, ed un B&B chiedeva uno sproposito, trovo finalmente posto in un alberghetto sul mare ad Acquappesa accordandomi con il proprietario per  50€ cena più che sufficiente inclusa.  

Dopocena la passeggiata al paese mi riserva una sorpresa: è la festa di S.Maria degli Angeli, patrona locale, ed il piccolo paese è invaso per tutta la sua lunghezza da bancarelle, in verità con niente di particolare, ma la gente va su è giù copiosa alimentando l'atmosfera di festa. Sullo spiazzo davanti alla chiesa, in prossimità della marina, hanno allestito un grande palco per uno spettacolo di musica e cabaret.
Nell'attesa che si cominci siedo su una panchina a fianco di altre persone: è poco quello che riesco a capire della loro conversazione in dialetto, ma poi mi inserisco e scambio impressioni ed esperienze, con un'altro Giovanni, su figli, rispetto e tempi moderni.

Finalmente lo spettacolo si apre: Mimmo Palermo - un ex bel giovane con i capelli lunghi ora appesantito, affiancato dal chitarrista Giancarlo Pagani.
Ho voluto segnalare i loro nomi perchè  sarà stato l'alto volume degli altoparlanti, o la voce forte ed intonata del chitarrista, o le belle canzoni scelte - quelle molto popolari di Modugno e Ranieri e Morandi  - o l'abilità e la simpatia di Mimmo a interagire e colloquiare con il pubblico, si era creata una atmosfera di generale partecipazione ed allegria che ha raggiunto il culmine quando il Mimmo locale innesca il suo pezzo di cabaret
ironizzando sugli atteggiamenti curiosi dei cosentini ( il tipo cazzu cazzu ed il tipo lento) che fa scrosciare l'ilarità generale.

Sembravano dei guitti di paese ed invece hanno dimostrato un buon grado di professionalità; purtroppo sono stanco ed alla pausa torno in albergo. I fuochi d'artificio me li vedo dall'ampia terrazza sul mare della mia camera d'albergo.


MERCOLEDI'  3 AGOSTO -   ACQUAPPESA - NOCERA TERINESE .....MARINA

Una bella dormita, una colazione sufficiente e riparto risalendo sulla SS18 all'altezza del Km 300 poco prima di Fuscaldo.
La strada presenta in questo tratto un'alternanza di viadotti e gallerie, alcune di queste estremamente pericolose per la carreggiata stretta, la scarsa illuminazione e l'alta velocità di auto e camion.
La prima galleria la incontro  dopo aver superato le Terme Luigiane - che mi era stato consigliato di visitare - e Guardia Piemontese: mi pareva di aver letto il cartello che indicava la lunghezza in poco più di cento metri ed invece erano più di 1000 mt!.



Mi sono subito reso conto di non poter proseguire in bici: il rischio di essere messo sotto era molto alto.
Scavallo la bici sopra il guardrail che separa la strada dal marciapiede laterale e proseguo a piedi spingendo la bici, a volte alzandola laddove il passaggio si restringeva, a volte passando sopra il guano creato dal gocciolamento dalla volta e dalle pareti con la paura di animali e topi che fortunatamente non ho incrociato.
Quando sono finalmente uscito in alto sul mare , l'atmosfera opaca, sporco esausto e graffiato, ho avuto la sensazione netta di essere scampato ad un pericolo reale!

Di lì a poco preceduta da un viadotto, un'altra galleria di oltre 2 Km!
Esperto da prima scendo subito dalla bici ed imbocco, non senza difficoltà, il marciapiede: non si arriva mai;
anche se l'uscita si vede oltre ai disagi precedenti si aggiunge ora la difficoltà di respirazione per il troppo smog creato dagli scarichi. Sono costretto ad usare un fazzoletto per proteggere le vie aerre!
Anche questa volta l'uscita è stata una liberazione.

Il senso di inadeguatezza e la consapevolezza dei rischi potenziali devono convivere con la cocciutaggine ad andare avanti, anche se l'entusiasmo è scemato.
Per fortuna la strada ora scende fino a Fuscaldo senza altre paure, ad eccezione dei calabresi in macchina che allegramente continuano a strombazzarmi.

Si lascia sulla destra la famosa Marina di Paola - e non posso non pensare ai villeggianti stesi sotto gli ombrelloni - e si risale verso il Santuario di San Francesco di Paola. La salita ora è meno impervia - per fortuna la statale non arriva al Santuario - e quasi sulla sommità un invitante cartello offre alloggio e prima colazione a 10€ ! E' troppo presto per fermarmi e commento che per fare quei prezzi non se la deve passare troppo bene l'albergatore.

Il mio itinerario segue la sequenza di paesi pubblicizzati da un cartello della Regione Calabria:
Diamante, Belvedere, Bonifate, Cetraro, Acquappesa, Guardia Piemontese, Fuscaldo, Paola, San Lucido,
Falconara Albanese, Fiumefreddo Brizio, Longobardi, Belmonte Calabro, Amantea.  
Ne ho superati già un bel po' e poichè distano uno dall'altro circa 7 Km, ho intenzione di arrivare ad Amantea ed il conto è presto fatto!.

 Prima però scelgo di fermarmi a fare il bagno alla marina di Belmonte: una spiaggia di sassi ma un mare non proprio pulito. Da sottolineare l'episodio dei ragazzini che si tirano le "bombe d'acqua".: una di queste ha sfiorato la mia bici ed ha bagnato le borse. Riprendo i ragazzi, anzi vorrei sterminarli per la stupidità del gioco che fanno, ma arriva più severo il monito di un signore - certo africano - che li apostrofa ricordando:
"Senza acqua non c'è vita! Se sapeste come si vive senza acqua non la sprechereste così.! E' il peggiore dei  delitti." La durezza  di quelle parole non scalfisce l'ottusità di quei ragazzini che riprendono a tirarsi l'acqua.  

Sono ormai le cinque, le gambe girano bene, le perplessità della mattina sono passate e viaggio di buona lena. Presto arriva Amantea: una cittadina enorme, moderna e trafficata assolutamente diversa da quando l'avevo vista trent'anni prima! La supero e poco dopo una rotatoria potrebbe indirizzarmi verso Nocera Terinese: quanti ricordi!, quanto mi piacerebbe andarci, ma ci sono dodici Km di salita e non me la sento di affrontarli e poi....sono certo che rimarrei deluso e non troverei più l'atmosfera magica del paese dei "Vattienti" . Proseguo perciò lungo la costa piastta e piuttosto desolata!

Dopo sette Km arrivo alla Marina di Nocera: uno squallore di residence e cemento per le vacanze dei romani. Forunantamente all'uscita del paese c'è l'albergo Mondial un tre stelle, di passate speranze, il cui proprietario, un signore grosso e mite e molto distinto,  mi accorda la stanza con prima colazione a 40€!  

giovedì 3 novembre 2011

NON MOLLARE.....

In un suggestivo e colorato "bubblegram"  - neologismo per grafico a bolle !- il  New York Times - giornale Usa indipendente da chi non si sa - qualche giorno fa ha pubblicato una elaborazione dei dati dei Debiti Sovrani esposti dal Bank for International Settlements ,- www.bis.org -  con il contributo di emeriti capoccioni del MIT,  Mr Simon Johnson  e di Harvard, Mr Kennet S.Rogoff.



Dopo una breve disanima in 6 punti in cui accredita la tesi che l' €uro è l'origine di tutti i mali in quanto avrebbe consentito ai paesi aderenti dall'economia "allegra" di indebitarsi a costi bassi -salvo poi rischiare il default che potrebbe innescare un effetto domino in quanto crediti e debiti sono tutti collegati, RIVELA che in effetti - punto 7 - dell'ATTUALE CRISI ECONOMICA si sa ben poco.



Infatti non si sa:

1)    CHI E' PIU' ESPOSTO CON IL BAD DEBT ? Quali banche di quali stati?
2)    CHI ASSICURA IL BAD DEBT? CHI PAGA I CREDIT DEFAULT SWAPS?
3)    QUANTO E' COINVOLTA LA CINA ? che ha riserve valutarie per 3 Trilioni di $?
        E quanto l'Arabia Saudita? Eccetera, eccetera.

L'articolo, mentre paventa una crisi delle banche europee simili al fallimento della Leman&Brothers, dato il livello di fiducia sottozero tra queste - tutte timorose di incappare nel cosiddetto trappolone di chi detiene  "bad debt" -, sottolinea anche che la crisi di crescita dell'Europa e quindi il deprezzamento dell'Euro rispetto al dollaro, provocherebbe una riduzione significativa delle esportazioni verso l'Europa che ancora oggi è il maggior mercato per gli Usa.

Quindi da una parte si attribuisce alla fragilità economica dell' UE la causa della crisi, dall'altra si alimenta una guerra all' Euro, che evidentemente deve far paura soprattutto nella prospettiva del debito Usa. 

In poche parole  tutti vogliono pararsi il proprio ...sedere e nessuno vuole farla pagare a quell'1%  che anche e soprattutto da questa situazione continua a macinare profitti, sulle spalle della povera gente.
Infatti oggi Papandreu è stato costretto a ritirare la proposta del Referendum Popolare che avrebbe innescato quell'effetto a catena che avrebbe affossato l'Euro, e così sarà la povera gente che dovrà "stringere la cinghia".

CHE SCHIFO! 

Non molliamo, sono loro che devono pagare.

domenica 23 ottobre 2011

MARCO SIMONCELLI

La notizia dell' incidente mortale di Marco Simoncelli è di quelle che ti lascia senza fiato e ti chiedi  perchè accadano.


Non sono un particolare appassionato di moto, anzi fino a poco tempo fa non le seguivo perchè giudicavo dei pazzi quei ragazzi che rischiavano la vita ad ogni curva piegando la moto al limite dell'equilibrio con evoluzioni degne di un circo equestre. Poi, seguendo forse qualche gara di Max Biagi in superbike, avevo cominciato ad apprezzare la tecnica e a riconoscere la loro maestria nella guida.


Simoncelli l'avevo visto per la prima volta come ospite della trasmissione televisiva di Chiambretti  I numeri Uno. Mi era subito piaciuto, oltre che per il capoccione, per la spontaneità e l'immediatezza con cui rispondeva alle domande provocatorie del conduttore. Un romagnolo di montagna  (o di campagna) legato ai suoi affetti semplici, che affrontava quel poco di notorietà con un candore spiazzante, come fosse un fatto normale.
Ti sembrava di vederlo insieme ai suoi coetanei sfidarsi sullo stradone del paese, come avviene a tanti giovani
che sfogano così la loro carica adrenalinica.
Ed immaginavo che allo stesso modo affrontasse le gare in pista che lo avevano reso un campione: senza orpelli, con naturalezza.


L'innata simpatia di Simoncelli che sprizzava dal sorriso sincero e da quell'aria scanzonata, accentuata dalla
capigliatura non pettinabile, lo aveva reso popolare anche a chi di corse in moto non ne sapeva niente:
si vedeva che era uno di noi.
Anche i risultati in gara, che non sono mai stati eclatanti, lo hanno avvicinato alla gente, così diverso dai vincitori
seriali, così come il recente contratto pubblicitario ne aveva diffuso la notorietà
Avrebbe voluto una Honda più competitiva per il prossimo anno.
Che Peccato.
 

sabato 22 ottobre 2011

IL VIAGGIO A REGGIO C: (estratti dal diario)- 6°

VENERDI 29 Luglio - PALINURO- POLICASTRO

E finalmente imbocco la "Morgantina". E' questa una strada tranquilla, piuttosto ampia, appena un pò trafficata e dopo poco, superato un ponte sul fiume Morgante che da' il nome alla strada, si chiudono i monti dietro ed il paesaggio è di nuovo montano: ma è piacevole. L'aria è fresca e pulita.


Scatto alcune foto, SanSeverino sembra un paese diroccato a strapiombo sopra un crinale.
Senza difficoltà faccio gli ultimi  7km di questa bretella che sbocca proprio sotto le arcate di un viadotto della SS18. Mi fermo ad un distributore e qui mi suggeriscono di percorrere la sequenza Poderia, Celle di Bulgheria, bivio Rocca Gloriosa, Torre Orsaia e poi giù in picchiata fino a Policastro.


Questo itinerario è sicuramente più lungo che l'attraversamento di Marina di Camerota, che magari avrebbe meritato una visita ma, anche se devo affrontare una salita costante al 5 - 6% di oltre 13km, è sicuramente la meno dura delle due alternative: l'altra non era per me! Sapevo che dovevo farla e di buona lena mi rimetto in sella . Fatico ma riesco a salire e questo mi da sprone.
Poderia arriva quasi subito e dopo poco anche il cartello di Celle: ma tra il cartello ed il paese passano almeno un paio di km e questo mi destabilizza mentalmente, per di più la salita comincia ad essere più dura e le soste all'ombra si moltiplicano.

Riprendo e mi fermo, riprendo e mi fermo: non si arriva mai, dopo una curva ce n'è un'altra, e la strada sale, sale sempre. Mi innervosisco, mi rifiuto di salire sulla bici e la porto a mano: è quasi l'una e sto impiegando quasi due ore. Finalmente da lontano le case di RoccaGloriosa.
In un attimo supero Torre Orsaia e la strada è finalmente in pianura e discesa. Si rivede finalmente il mare giù tra gli olivi. Incrocio la SS18 al Km 191: altri 14 Km ma tutti in discesa e in dieci minuti sarò a Policastro.
Non ho fatto però i conti con l'Anas: dopo un paio di Km in discesa la strada è INTERROTTA PER FRANA!
Mi viene da piangere. Cerco intorno con lo sguardo se ci sono vie alternative. Non sembra. Devo risalire e torno al paese, morto a quell'ora. Passa una macchina sgangherata che mi illumina, e riprendo la marcia, per una strada di campagna: prima una discesa a scapicollo poi una salita che sbuca di nuovo sulla SS18 al Km 196. Adesso si' posso fare la picchiata fino a Policarpo!

Dopo la solita trattativa mi fermo all'Hotel Pixunte (nome derivato dall'antico insediamento del 500 a.c.), un buon albergo che mi da incluso nel prezzo l'ingresso allo stabilimento Da Mario con ombrellone e sdraio.
Approfitto subito per un bel bagno a mare. Che goduria.
Per cena mi suggeriscono la trattoria Bacco & Ciaccio: eccellente a due soldi! spaghetti al pomodoro, frittura mista di merluzzetti e alici, contorno di melanzane a tocchetti e zucchine alla scapece, 1/2 litro di vino, frutta , caffe e liquorino a 18€. Ma come fanno?


LUNEDI' 1 Agosto - POLICASTRO - TORTORA

Dopo i tre giorni di sosta, meritata ed obbligata, riprendo con l'intento di andare a salutare gli "amici di Lauria" che mi hanno disegnato l'itinerario Coast To Coast per raggiungere lo Ionio. Non sono certo di volerlo fare.
Il tratto fino a Sapri è piano e procedo velocemente, ma appena lasciata la cittadina della Spigolatrice, la strada si inerpica costeggiando il mare con un panorama incomparabile di tutto il golfo fino a Palinuro:
terrazze naturali lungo il fianco del monte, colori del mare e della vegetazione esaltati dalla luce del pomeriggio.
La salita è ripida e sono costretto a scendere e continuare a piedi: ma questa volta non mi pesa.
Gli scorci che offre il panorama con scogli e faraglioni e massi che da sopra sembrano far parte di una quinta scenografica a sfondo e contorno di qualche barca che passa, i raggi del sole che si riflettono sull'acqua colorandola ed accecando lo sguardo, costringono a scattare foto in continuazione.



Si continua a salire.
Attraverso una galleria picconata nella roccia, e poi un'altra più moderna che taglia un tratto, e finalmente la strada spiana e comincia la discesa verso Acquafredda prima e Fiumicello.
Con un pò di timore faccio la discesa che in alcuni tratti mi lancia quasi sul precipizio, senza muretto a copertura. Per fortuna non mi faccio prendere dal panico ed ancora una volta sperimento la funzionalità dei freni. Ad una fontana in fondo alla discesa mi rinfresco ma subito riprende l'ascesa verso Maratea.

Per fortuna non seguo il consiglio di Antonello di scendere al porto: la risalita sarebbe stata micidiale.
Mi rendo conto che aveva confidato troppo nei miei mezzi quando arrivo al bivio per il paese:  aveva
valutato la salita del Monte Palladino, quella appena fatta, abbordabile mentre quella per Trecchina un pò più dura. Forse la stanchezza oppure la voglia di sfidarmi ancora, ma in un attimo decido di proseguire lungo la costa e di arrivare a REGGIO CALABRIA!

Via verso Castrocucco. Riconosco le discese a mare percorse trent'anni prima:erano strade bianche, ora sono tutte belle asfaltate e facili da raggiungere, il panorama è magnifico ed il Cristo sulla montagna ne è custode e non può fare altro che arrendersi a braccia spalancate alla bellezza della natura.
La parte rocciosa del litorale lascia il posto ad una spiaggia lunghissima, sullo sfondo Praia con il profilo inconfondibile dell' Isola di Dino.  Sebbene i km fatti non siano poi tanti sono però piuttosto stanco e l'insegna di un'affittacamere all'ingresso di Tortora mi convince che è ora di fermarmi.


  

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venerdì 21 ottobre 2011

HANNO AMMAZZATO GHEDDAFI

Le agenzie di stampa, i telegiornali, la rete, ieri verso l'ora di pranzo, prima con cautela - il CNT ha detto, sembra che...- poi in un crescendo sinfonico di voci ed immagini inequivocabili e ... crude ?! (quando mai le immagini di morte non lo sono?),  ci hanno confermato che sì il Rais è morto! Ucciso forse da un insorto ventenne con la pistola d'oro di Gheddafi, che forse si guadagnerà i 20 Milioni di dollari della taglia - ma forse non glieli danno , perchè non è certo come siano andate veramente le cose.

Finalmente dopo otto mesi di guerra e di bombardamenti, migliaia di persone uccise, altrettante sloggiate,
i Grandi della Terra hanno fatto un'altra operazione di "REPULISTI" e di disinteressata "Esportazione della Democrazia": staremo a vedere cosa succederà e come si spartiranno i resti - siamo ormai adusi ai saccheggi
perpetrati ad opera della povera gente in nome della libertà e della democrazia!

Per intanto tutti a tirare un sospiro di sollievo perchè in questo modo "La Guerra è Finita" , come si sono precipitati a dire tutti ministri e Capi di Stato coinvolti -  un pò meno i Generali della Nato -  a partire dal nostro La Russa.
In un momento di crisi nera come questo - in cui credono di poter risolvere i loro problemi di debito appioppandoli a noi - poter risparmiare qualcosa sulle spese militari deve sembrare una manna dal cielo
imprevista, su cui ricamare annunci ed impostare battaglie politiche.

Il commento più comico, quello del nostro presidente "Sic transit gloria mundi...": a quale Gloria si riferiva
non è dato sapere, vista piuttosto la fine ingloriosa..

Anche qui la vicenda umana è quella che consente le riflessioni più interessanti.
Gheddafi non si aspettava assolutamente di essere deposto, ed il giro delle capitali europee fatto pochi mesi prima - senza considerare l'accoglienza italiana - lo avevano rassicurato sulla completa riaffermazione del suo, e della Libia,  ruolo internazionale - se non come portavoce delle istanze arabe ed africane, sicuramente come
sentinella dei flussi migratori.
E allora chi ha ordito il "Tradimento"?
La sua ottusa resistenza con le armi dei suoi fedelissimi poteva derivare solo dalla consapevolezza che gli insorti fossero pochi, male armati, non organizzati e per niente supportati dal contesto internazionale:
avrebbe ricacciato indietro facilmente quei "topi di fogna" ed avrebbe bloccato il "contagio" in pochi giorni.

Ma non aveva fatto i conti con le esigenze elettorali e di immagine del presidente francese e con la sua ingordigia, che per "necessità" umanitaria obbligava (pilotato dalla CIA ?!!) il cuginetto inglese - con problemi simili - alla Guerra Santa di Liberazione del Popolo Libico Oppresso da Quarant'anni di Dittatura.
E la povera Italietta costretta a rincorrere balbettando - non commentiamo il nostro ministro degli esteri - perchè volenti o nolenti i loro raid sarebbero partiti dalle nostre basi! anche se la Nato non ci avesse messo il cappello! perchè fosse chiaro a tutti quanto contiamo!    

Quindi Gheddafi era tranquillo e garantito. Quando si è reso conto che le sommosse non si esaurivano in breve tempo, ha continuato a minacciare e lanciare proclami, ma ha provveduto intanto a ....pararsi il sedere
e si è dato poco onorevolmente alla ...fuga!
Ha continuato a mantenere un profilo intransigente rifiutando di arrendersi o ignominiosi salvacondotti,  certo della sicura vittoria sui "cani insorti": nel frattempo la famiglia - e forse il tesoro - "emigravano" nel Niger.

Alla fine - poveri dittatori - così come Saddam, è stato costretto a nascondersi in qualche buca..... come un topo di fogna. Avrebbe chiesto "non mi ammazzate" : chissà quante migliaia di volte lo avranno chiesto a lui!

Ora siamo tutti curiosi di conoscere dai "Grandi della Terra"  il nuovo assetto geopolitico dell'area dopo la cosiddetta "primavera nordafricana". POVERI NOI!
  

martedì 18 ottobre 2011

IL VIAGGIO A REGGIO C. (estratti dal diario) - 5

Mercoledì 27 Luglio - AGROPOLI - CASALVELINO

.....la strada - SR 67 - deve tagliar fuori sia il Monte Tresino che il successivo Monte Licosa, due promontori di 300mt che racchiudono il golfo di Castellabate e Punta Licosa., entrambi parchi marini protetti: so che sarebbe bello andare ma io non posso. Lascio Agropoli sulla destra, attraverso un ponte sul torrente e a sinistra subito inizia la salita, non dura se riesco a farla, ma dopo il primo tornante l'ambiente è quello della collina, anzi quasi montagna emi fermo a fotografare il benvenuto della "Comunità Montana del Monte Stella" :  sono ai margini dell' Appennino lucano che salirà, per affari suoi, fino avette di 600, 1200, 1800 metri!.......

Salgo, tra una sosta e l'altra, piuttosto agevolmente: mi attardo a scattar foto ed a cercare fichi che però sono tutti acerbi. Scopro però proprio al culmine della salita degli alberi di susine, bianche e nere, e ne raccolgo qualcuna. Smadonnando per lo sforzo, salendo dall'altro versante,  una ciclista con due sacche arancioni "sui generis" stragonfie, in piedi sui pedali sta affrontando l'ultima rampa: le corro incontro per incoraggiarla a non mollare e le offro una susina, che gradisce perchè riesce a trovare il fiato per ringraziarmi ed offrirmi un sorriso.....che bella la solidarietà tra "ciclisti"!!?

Mi rimetto in bici per affrontare la discesa che in apparenza è ben più in pendenza della mia salita. Meglio così. Arrivo a Castellabbate che si mostra nella conca del mare azzurro con i suoi tetti rossi e file di pini ed olivi secolari, immancabili lungo quasi tutta la costa.: è quasi l'una e la luce del sole esalta una atmosfera di nettezza e frescura..........

....una nuova discesa ma ad un bivio ricomincia la salita! Sono scoraggiato e decido di non farla: il bivio scende verso il mare e scelgo la discesa.Lo spiazzo al termine è piuttosto desolato e occupato da qualche barca ed un paio di auto. Raggiungere Agnone, mi conferma un astante, è questione di un tratto di spiaggia:
 solitamente il passaggio c'è. Impiegherò oltre un'ora a trascinare la bici sugli scogli con sforzi quasi impossibili: lo strato di alghe secche che aveva facilitato il primo tratto lascia spazio a scogli e sassi che mi obbligano a sollevare di peso la bici con tutto il suo carico. Son le tre del pomeriggio e se inizialmente mi ero rallegrato per averla data ....in culo alla salita, adesso mi do dello stupido per la scelta assurda.
Ma non posso tornare indietro: la fatica sarebbe analoga e poi dovrei affrontare la doppia salita.
Il tratto di scogli  è superato!
Lascio la bici con il mare che la lambisce, e vado in perlustrazione: c'è una roccia stratificata a balze, quasi liscia, poi di nuovo le alghe secche: con uno sforzo sovrumano trascino la bici su per la roccia liscia.
Le onde rischiano di bagnare le borse con tutti i vestiti, ma sono fortunato perchè la bici supera di slancio il  gradone e scorre lungo la roccia liscia e, quasi senza accorgermene sono sulle alghe,poi sul  brecciolone ed infine sull'acciottolato della spiaggia. Sono esausto ma insiema ad un sospiro di sollievo, ho un ghigno di soddisfazione: avrò impiegato un'ora per fare 200 mt di spiaggia, ma non ho fatto la sailta!

Purtroppo mi accorgerò più tardi che il passaggio sugli scogli non è stato indenne: si è spezzato un raggio e la ruota posteriore tocca il telaio.Sarò costretto a fare i successivi  4/5 km in salita a piedi, finchè non inizia la discesa per Acciaroli, Pioppi ed infine CasalVelino.
Siamo nella zona di ELEA l'antica colonia greca che ha visto le imprese di Parmenide e Zenone , ma apparentemente - come diceva De Crescenzio - non c'è traccia degli antichi fasti.

Trovo riparo per la notte in un campeggio a CasalVelino. Dopo aver montato tenda e brandina con molta lentezza perchè sono molto stanco, ceno con latte e biscotti, e dopo una doccia a tempo, mi vesto e vado in giro per il campeggio. Arrivo al teatro dove si celebra la serata del Karaoke: una pena paurosa.
Ma c'è un gruppo di ragazzine che mi fanno ridere tanto, per la vitalità, le battute e le risate che si fanno.
La mia ilarità ho l'impressione sia facilitata da uno stato leggermente febbricitante.
Sono ragazzine di 12 /14 ani ed il culmine lo toccano quando due loro amiche salgono sul palco e si esibiscono con la canzone "Calore", e le accompagnano in coro con grande allegria. Le parole sono provocanti - voglio calore sulla mia pelle, voglio scintille, voglio anche le stelle... - e le ragazzine sono estremamente convinte e consapevoli di ciò che cantano!....


Giovedì 28 Luglio - ELEA - PALINURO 


Mi crogiolo al calore del sole che batte sulla tenda. E' bello il mare nelle prime ore del mattino ma le scorie notturne hanno lasciato il posto ad una bronchite non da poco: ho il petto dolente e non riesco a fare un respiro profondo. Saluto Andrea, il ragazzo di Asti -anche lui diretto a Reggio ma a velocità doppia della mia - con cui ho condiviso lo spazio tende, e riparto.

.....s'erano fatte le tre e sembrava aver spiovuto: anche se l'asfalto era bagnato non mi andava di stare ancora lì ad Ascea, così saluto e mi avvio. La strada ora è in discesa e procedo con molta attenzione; alla fine della discesa riprende a piovigginare e mi riparo sotto le frasche. Non ci sono lampi e non sono preoccupato, solo contrariato dalla pioggerellina fastidiosa e continua che non sembra voler finire.
Arrivo alla zona della frana segnalata da complessi cartelli di allarme. L'atmosfera è in generale piuttosto cupa, il cielo grigio ed il mare lontano.
Per  recuperare la frana hanno pensato bene di costruire dei terrapieni con una pendenza del 12%: la strada bagnata fa slittare alcuni camper che procedono a passo d'uomo. I terrapieni sono due ed io sono costretto a spingere la bici, pancia a terra parallelo al terreno.
Ce la faccio con un po' di fiatone e mi attardo a prendere qualche foto che però non rendono nè la difficoltà della strada, nè il pathos del momento.



...dopo poco la strada  ridiscende verso Pisciotta - il paese dell'Ulivo e della bandiera blu - il mare sotto è grigio e sullo sfondo il promontorio di Palinuro. Vorrei fermarmi perchè sono molto stanco e poi visitare il rinomato borgo medievale. L'occasione potrebbe darmela un alberghetto lungo la strada che offre un pranzo turistico a 10€; cerco invano qualcuno che apra o risponda alle mie chiamate. Sono le cinque del pomeriggio
ma l'albergo sembra chiuso. Sono costretto a ripartire a malincuore saltando un trafficatissimo centro del paese.
Finalmente dopo una decina di km, fortunatamente per lo più in discesa, la sig.ra Angela del B&B Raggio di Sole, a 3 km da Palinuro, acconsente ad ospitarmi e posso finalmente riposare.
In mattinata un tizio, dal ciclista di CasalVelino dove avevo fatto riparare la bici, mi aveva confermato  che fino a Palinuro erano 30 Km "ma vedrai saranno come 100Km" . Aveva proprio ragione.



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domenica 16 ottobre 2011

IL GIORNO DOPO

ORGANIZZIAMO LA NOSTRA RABBIA

FACCIAMO ATTENZIONE!
HANNO VOLUTO APPROPRIARSI DELLA MARCIA.
HANNO VOLUTO SMINUIRE L'IMPORTANZA DELLA MANIFESTAZIONE SCAGLIANDOGLI CONTRO UN MANIPOLO DI FASCIONAZISTI PREZZOLATI PER POI POTER DIRE
"AVETE VISTO?"

NON BISOGNA CADERE NELLA TRAPPOLA DEI PROVOCATORI CHE NON SONO CERTO
QUEL CENTINAIO DI BESTIE DEMENTI E IDIOTE.

LA MARCIA E' STATA UN SUCCESSO A ROMA COME NEL RESTO DEL MONDO!

Bisogna piuttosto chiedersi come mai personaggi come Draghi e Montezemolo solidarizzino con i "Giovani Manifestanti" : non sono loro i massimi rappresentanti e custodi della servitù del Signoraggio e del Capitale parassita?

Nella trasmissione l'"Infedele" di ieri Gad Lerner, ex di Lotta Continua - movimento degli anni '70 che ha propugnato lo scontro armato con lo Stato -  "teorizza"  - da nostalgico marxista-leninista - che non può esserci sovvertimento del sistema senza violenza, e vorrebbe il commento dei ragazzi di P.za Santacroce in Gerusalemme.
In questa ottica mette in contrapposizione la manifestazione del 15 OTTOBRE con quella di Landini e della FIOM in cui  " ...state tranquilli, questi sono operai che stanno perdendo il posto di lavoro....!!!!" sottolineando che qui sicuramente non ci sarà violenza.

A parte il fatto che "Lì" , nella marcia degli Indignati, perlopiù hanno manifestato giovani e parenti di giovani che il "posto di lavoro" non l'hanno mai avuto e chissà mai se l'avranno, ma il "povero cocco"  fa finta di dimenticare che chi arma quei fascisti, che hanno saccheggiato Roma, è proprio quell'estabilshment , a cui lui ora in qualche modo appartiene, di assicurati e previlegiati che non amerebbero proprio il sovvertimento del sistema.
Bene ha fatto il rappresentante degli Indignati in studio a confutare la tesi sulla violenza di Lerner e ancora meglio hanno fatto  i ragazzi della tendopoli a non cadere nella sua trappola.
CHI SONO I PROVOCATORI? DOVE SONO I BLACK BLOK?

FACCIAMO ATTENZIONE!  

mercoledì 12 ottobre 2011

IL VIAGGIO A REGGIO C. (estratti dal diario) - 4°

Lunedi 25 Luglio - POMPEI -SALERNO - EBOLI

Gli scavi ed il Vesuvio  da Pompei
...Esco da Pompei ed attraverso, sempre sulla Nazionale,  tre paesini, uno dopo l'altro, uno più squallido sporco e desolato dell'altro: devo chiederne il nome ai passanti , perchè questi paesi sono così trascurati che non hanno nemmeno la targa all'ingresso. Si tratta di SCAFATI, ANGRI, PAGANI in successione!
Sarà solo una impressione e magari le bellezze le hanno nascoste all'interno, ma è veramente triste pensare alla gente che ci vive; anche qui come a nord di Napoli,  non c'entrerà per caso la Camorra? ........

Sto tagliando alle spalle il monte - Tramonti ? - che ci separa dalla costiera amalfitana, che ho dovuto evitare a malincuore per evidenti limiti...fisici, ed il paese che incontro ora è Nocera Inferiore, patria del pomodoro rosso da sugo, che si sviluppa sul lato sinistro della statale.
L'atmosfera è plumbea, ingrigita ma non ci sono nubi. Tutto il percorso si svolge in ombra e non c'è niente di interessante da vedere.
Dopo qualche chilometro in salita arrivo a Cava dei Tirreni e sulla collina il famoso Monastero, uno dei luoghi in cui si è sviluppata la "Scuola di Medicina Salernitana" : meriterebbe una visita  ma dovrei affittare una ..."carrozza" per salire. Scendo perciò verso Salerno.

Scendo?! Precipito piuttosto...è una picchiata che non finisce più! Oltre 4 Km di discesa per me ripidissima che mi sorprende e mi impaurisce, anche se i freni - che stringo fino a farmi male - sembrano tenere.
La strada è piuttosto trafficata e questo aumenta l'ansia ma, anche se sembra non finire mai, un po alla volta mi abituo mi rassicuro e... comincio a goderne.

Anche la luce è cambiata: non più solo ombra ma dalle strade laterali si proiettano lame assolate sulla Nazionale : l'uscita è coreografica: dall'ennesima curva il panorama presenta la città - Salerno - illuminata dal sole del primo pomeriggio ed in faccia sfolgoranti il mare blu ed il cielo azzurro!.....




........Eboli è un po una delusione, ma l'errore come al solito è mio: Levi non ha trascorso qui il confino e l'immagine del paese che mi porto dietro del film di Risi  (" ...signorina, ha notato che l'ho notata?..") non è Eboli.......
Mi consigliano di salire al convento dei francescani, ma vengo attratto da una chiesetta che ha il portone aperto: E' un convento di clausura e nell'androne sono evidenti i segni dei tempi, come la grata del parlatorio oppure la ruota dove si mettevano i neonati.....indesiderati.
Scatto qualche foto e mentre sto per andarmene decido di suonare il campanello.


Il foro da cui parlava la suorina


Dopo un pò una vocina mi chiede cosa voglio: in un primo tempo non riesco a localizzare da dove provenga, scruto la grata ma non c'è nessuno, poi mi giro e con grande sorpresa la suora sta parlando al di là della ruota.  La posso vedere - e mi vede - da un foro minuscolo: è anziana e vestita di nero da suora. Mi conferma che non fanno accoglienza e mi congeda lasciandomi a fantasticare sulla vita di queste persone, ancora nel nostro tempo.

Martedi' 26 Luglio - EBOLI  - PAESTUM - AGROPOLI

Mi incammino per la SP30 che in 15 Km mi riporta sulla Nazionale e dopo altri sette sulla litoranea.
Ma poco prima dell'incrocio, sulla destra vasti campi di pomodori e gruppi di raccoglitori vocianti.
Il mio animo antico di antropologo non può non suggerirmi di fermarmi ed acquisire testimonianze.
Raccologono una squadra di una ventina di donne, per lo più italiane, non più giovanissime in calzoncini corti , stivali e guaanti che in gruppi di due , tre  " strappano la pianta da terra e "sgrullano" i pomodori in casse di plastica blu (100x100x100). Con un muletto gestito da due ragazzi giovanissimi , marocchini, le casse piene vengono issate su un tir  di quelli tutti belli ornati . L'autista un panzone robusto è li' a sollecitare le donne a completare la raccolta perchè vuole andare, mentre un altro personaggio - l'autista del pullmino che preleva e riaccompagna a casa le raccoglitrici - si aggira in cerca dellla favorita.

Alla vista della macchina fotografica la solita eccitazione : "...mi metti su facebook.?...." ma molte non si lasciano fotografare. Sono lì dalle sei di mattina ed ora, che è quasi l'una, se ne tornano a casa.
Il campo è immenso e raccolgono a riquadri e si vede che hanno ancora parecchio da fare e poi ci sono i campi al di là della strada, ma in apparenza non sembrano nè affaticate ( e lo sono sicuramente) nè contrariate, anzi di buon umore: forse perchè hanno finito il turno.
Saluto e raccolgo anch'io qualche pomodoro. Vicino alla bici c'è il solito arbusto di more a cui mi rifocillo a piene mani quindi riprendo la strada verso Paestum.


La strada costeggia il bel  bosco che anticipa la spiaggia: le costruzioni sul lato opposto non sono certo all'atezza della natura lussuregiante, ma avvicinandosi a Paestum cominciano ad apparire alberghi immensi superlusso a 5 star ed oltre, e le costruzioni basse  nelle frazioni abitate hanno un aspetto gradevole e pulito.
Arrivo all'area archeologica nella luce del primo pomeriggio.
La prima cosa che faccio è immortalare il solito gruppo di "nullafacenti" che si aggira regolarmente in questi posti dove da "furbi" ritengono di poter fregare il prossimo, specie se straniero: generazioni di questi personaggi infestano ogni luogo artistico d'Italia, improvvisandosi guide , accompagnatori, depositari esclusivi
di chissà quali meraviglie, arrangiandosi a campare .....aspettando l'inevitabile pollo!
Non impareremo mai.

I templi sono lì nella loro magnificenza e severità belli visibili integri e potenti.
La piccola delusione proviene dal raffonto con l'immagine mentale costruita da una foto di molti anni prima che li mostrava  isolati nel verde intenso della campagna: ora il verde è scarso- forse la stagione - e sono recintati. Tuttavia, pur se non suscitano la stessa emozione della magia della Valle dei Templi di Agrigento - che so oggi, dopo trent'anni, completamente diversa - non posso non riconoscere la suggestione di un sito che ci ha lasciato intatti manufatti dell'uomo di 2500 anni fa.

Il "Filosofo" Nunzio
Appoggiato alla panchina ascolto la conversazionedi un gruppo di persone che con reverenza ne attorniano un'altra: Nunzio il decano delle guide di cui sopra che si atteggia a filosofo e la cui notorietà gli è valsa la partecipazione ad un film..
Sta disquisendo sui geni greci che sono stati trasferiti agli italici, la qual ragione motiva il differente approccio
con i nordici: noi meridionali, tacciati di pigrizia e scarsa efficienza, in realtà ci dedichiamo all'arte al bello alla natura. Concordo ed il suo affabulare colto mi affascina.
Il posto, all'ombra dei pini in questo lento pomeriggio d'estate,  sembra proprio di assistere ad un momento di vita dei filosofi dell'antichità come ci ha raccontato Luciano De Crescenzio, e non siamo molto lontani dal vero.

Mi delude però quando mi porge il suo biglietto elettorale: vuole candidarsi a sindaco.
Arretro scandalizzato ed ironizzo: un filosofo che si mischia nelle questioni pratiche, in Italia, in questo momento politico! Gli grido che da noi c'è bisogno di "pulizia", non solo dalla monnezza: è d'accordo ma non sembra cogliere il mio riferimento rabbioso alla sua persona ed a quell'accozzaglia che lo comprende.
Abbandono perciò la compagnia non senza aver prima immortalato il "filosofo Nunzio".




......Siamo nella piana del Sele e ne fotografo la foce.
Il Portale Medioevale


 Agropoli è la porta del CILENTO, è arroccato su uno sperone, primo promontorio dopo decine di km di piattura (da Salerno). E' una cittadina medioevale, più volte invasa dai Saraceni, ha un castello ed un borgo
ancora ben messo perchè solo negli ultimi anni si è sviluppata nella parte bassa. Dall'altra parte della rocca il porto di pescastori. Ha una bellissima scalinata di accesso al borgo ed un portale in pietra originale del '500.


martedì 11 ottobre 2011

HO FRAINTESO......

Mi è capitato di ascoltare ieri, di sfuggita nel programma di Gad Lerner , l'intervento di un "coordinatore " italiano dell'evento del 15 Ottobre - immagino uno di quei sinistri di sinistra infiltrati - che disquisiva, genericamente, su governi disagi giovanili e banchieri....in Italia!

Non posso commentare perchè non ho seguito il dibattito, però mi sembrava di sentire replicate le rivendicazioni degli studenti che decenni dopo decenni non sono riusciti ad andare più avanti di slogan preconfezionati da altri per loro: "Diritto alla Studio" "No ai soldi alle scuole private" " No ai tagli alla scuola"
Analogamente recitava il sinistro:  "Mandiamo via Berlusconi" "La generazione rubata" " Abbasso la Finanza".
TUTTO QUI?
Avevo creduto che questa volta si volesse dare alla protesta una valenza sovranazionale, di Sistema.
I problemi dell'economia  hanno una unica radice comune:
Il Fallimento del Sistema Liberistico
 che ha consentito l'accumulazione di capitale nelle mani di pochi .

domenica 9 ottobre 2011

IL VIAGGIO A REGGIO C. (estratti dal diario) - 3°

Venerdi 22 Luglio - CASTELVOLTURNO - POZZUOLI

Lascio il bell'albergo con un pò di rammarico e mi incammino alla volta di Pozzuoli dove ho programmato i due giorni di sosta. Ancora la Domiziana, quindi pianura. Anche qui si alternano a costruzioni degradate e fatiscenti, luoghi che richiamano il lusso come l'hotel Holiday Inn che vanta, e pubblicizza su ingombranti cartelloni, perfino un campo da golf! La costa si sviluppa a circa due km dalla provinciale e nel mezzo una bella e vasta pineta che dopo poco e per diversi Km è recintata ad opera del Corpo Forestale! La recinzione corre per 12 Km lungo la Domiziana: mi auguro che la pineta sia fruibile. 
Sulla sinistra si alternano, senza soluzione di continuità, bassi e spogli caseggiati con esposizioni commerciali di ...varia inutilità...! Il tutto in una atmosfera di trascuratezza e precarietà. Non mancano le prostitute nere.
Lo sporco dei sacchetti ancora non è così evidente, ma si sente nell'aria!!...

Il Lago Averno e Procida

.......La passeggiata è piacevole, si svolge nel fresco .......ed arrivo poco prima delle due ad un chiosco isolato in zona archeologica: Cuma e l'Antro della Sibilla.
Non sapendo sono arrivato dove volevo!



L'Antro della Sibilla Cumana


 Si deve alla prosa di Virgilio, che fa predire alla Sibilla Cumana le sorti nobili di Enea e della sua stirpe, la ricerca della localizzazione dell'Antro (nel corso dei secoli modificato più volte).











Il Bosco sulla Collina dei Templi a Cuma
......Non interessa se è questo o no il posto dove vaticinava la Sibilla: Affascina la suggestione del luogo e della mente e non c'è foto che può replicare la sensazione di appartenenza.
Sullo sfondo il mare con i profili di Capo Miseno Ischia e Procida ;
su per la collina sotto l'ombra dei pini verso i templi di Apollo e di Giove  mi vedo con la veste bianca camminare insieme ai miei concittadini di .... duemila anni fa!







.......Il camping della Solfatara, pulito e ben organizzato,è in una zona ombreggiata da pini e da folta vegetazione edoccupa uno spicchio del cratere.... Ristorato e pulito mi appresto alla visita della solfatara.
La Solfatara
Come solito l'impatto iniziale è piuttosto deludente: una piana spoglia imbiancata da cenere e solo da un lato il cono residuo della bocca del cratere, crollato come un dente cariato. Non si vede attività apparente, tuttavia avvicinandosi ai punti topici - segnalati e recintati - si vedono due caldere che emettono fumo e zolfo in continuazione: a 160°C ed ad una pressione di 96 Bar costante.
Il rumore così come l'odore è intenso ed effettivamente il rischio di ustioni è reale. La colorazione giallastra e arancione che i sali di zolfo danno al materiale emesso, che si accumula in piccola montagnola, rendono l'idea di diavoletti che giocano alle porte dell'inferno........E' singolare vedere queste volute di fumo che si innalzano improvvise in ogni luogo intorno, senza alcun preavviso, e scompaiono per poi riapparire piu' in là.... sembra veramente una danza satanica, e credo giustamente a questi luoghi possa essere dato nell'antichità il nome di Antro dell'Averno!.



Pollo Patate e Birra
..... pronto per la cena mi avvio alla ricerca.
Proprio di fronte alla Solfatara c'è una specie di rosticceria il cui nome è il programma: " Il Diavolo dei Polli".
Sto con una fetta di torta alle mele dalla mattina e, memore di altri giri a vuoto, decido di entrare e vedere se mi fanno una pizza.
Tre infilzate di polli a fuoco ultravivo quasi mi avvampano: nello spazio angusto il "diavolo" in grembiule nero e fazzoletto rosso al collo è in azione frenetica, con i suoi spiedi, leva e metti leva e metti in un fragore che il fuoco a tutta callara amplifica a dismisura.
Sono subito preso da quella scena . Il diavolo cortese ma indaffarato mi comunica che li' non fanno pizze ma polli e "panuozzi di Gragnano infarciti come meglio credi"
Un piccolo giardino con tavoli minuscoli e la vista a  mare del golfo e di Procida, dove poter consumare seduto,  mi fa decidere: ordino mezzo.... anzi un pollo intero una porzione grande di patate arrosto, una birra peroni 66 cl! Mi arriva un pollo gigante ben tagliato che, con la fame che ho, faccio fuori completamente : gustosissimo ed una idea geniale!


Domenica 24 Luglio  POZZUOLI - NAPOLI

Era da molto tempo che volevo visitare il Museo Archeologico di Napoli ....il museo si trova in Via Cavour. Mi rendo conto che Napoli ha molteplici quartieri con palazzi eleganti e storici, strade pulite e non incasinate, che si sviluppa in salita e che io non la conosco affatto.
Questa Via Cavour si vede che è stata rassettata, anche se poi l'incuria e la trascuratezza e la tentazione allo sbraco sono evidenti - quanto è più difficile mantenere che acquisire ! -. E' domenica pomeriggio e nei giardini che dalla metro ti accompagnano fino al palazzo del museo al lato del marciapiede, qualche extracomunitario dell'est fa merenda o bivacca, insieme a qualche ubriaco!    

Una considerazione veloce su Napoli ed i napoletani .
Napoli è indubbiamente una città unica al mondo e non solo per la magnifica posizione che si è scelta.
Lussi esagerati e riservati, esclusivi si mischiano e convivono con  situazioni diffuse di degrado miserevole:
i primi a testimoniare le abilità, le seconde prova certa che quelle esclusività si pagano con l'ignoranza e lo sfruttamento a cui la violenza costringe.
I Napoletani, i migliori interpreti dei sentimenti umani - come sono stati definiti - sono tuttavia contemporaneamente causa e vittime dei loro eccessi e delle loro sventure. Estro cultura ironia istrionismo fatalismo fantasia ed inventiva fanno il paio con la pigrizia con la trascuratezza la sporcizia l'approssimazione l'arroganza nella convinzione che comunque tutto si risolve.Tanto  "a da passà 'a nuttata" !

Dunque il Museo Archeologico fu fatto costruire da Ferdinando di Borbone alla fine del '700 per raccogliere il patrimonio di statue e dipinti ereditato, tra gli altri, dalla famiglia Farnese.
Le opere che il museo ospita sono considerevoli e senza dubbio pochi sanno cosa contiene in particolare per i reperti pompeiani, che a mio giudizio valgono da soli il Louvre.Il biglietto costa la miseria di €6,50 e non c'era nessuna fila!


Le statue della collezione Farnese, per lo più statue giganti che adornavano le Terme di Caracalla, sono notevoli e tra queste spiccano "L'Ercole"  e la composizione denominata " Il Toro Farnese".
Toro Farnese
Ma la sorpresa più grande per me viene dalle opere in mosaico e dagli affreschi che arredavano le case di Pompei: una esposizione incredibile per fattura temi e colorazioni che se per una magia - che mi rendo conto essere impossibile - si potessero riposizionare all'interno delle case originali da cui sono stati tolti, lascerebbe di stucco qualsiasi visitatore, esperto o non!

Non riesco a capire per quale motivo tale patrimonio non venga sufficientemente divulgato e soprattutto come sia possibile che lo Stato non ne faccia un lucro: qualche decina di visitatori, forse qualche centinaio nella giornata a fronte di file a frotte per i Musei Vaticani o Il Louvre con biglietti il cui costo supera i 15 € .
E' evidente che le preziosità che possediamo sono talmente tante che si è sviluppata una qualche forma di assuefazione e si tende a sottovalutarne la bellezza.
La stanza dei ritratti ho appena fatto in tempo a vederla perchè - a tre ore dalla chiusura, non potevano tenerla aperta per " mancanza di personale" : uno dei custodi - ex operaio di Bagnoli - mi raccontava come il servizio fosse affidato ad una cooperativa esterna, come fossero precari e sottopagati, e che quello era uno dei modi per reimpiegare i "lavoratori socialmente utili", come lui lo era da dieci anni!
Incuria ? incapacità di far fruttare una risorsa assoluta? mancanza di risorse finanziarie? Io credo semplicemente STUPIDITA'.
I ritrovamenti della Casa dei Papiri di Ercolano, uno tra i più eccezionali, da solo ripagherebbe non solo il servizio dei custodi ma anche lo stipendio dal ministro, in qualsiasi altro paese che non fosse l'Italia!
Le "stanze segrete" , quelle che nell'ottocento destavano scandalo per le opere e gli oggetti  a contenuto erotico ed erano state chiuse alla visione del pubblico - solo gli "studiosi" erano ammessi ed un sovrintendente voleva addirittura murare quelle stanze! - e che furono riaperte grazie all'intervento di Garibaldi, oggi non fanno neanche il solletico ai ragazzini, misura non solo di come i costumi cambiano ma anche di quanta grettezza e ipocrisia alberga perfino nelle persone più colte.  

Il Museo egizio - una raccolta notevole anch'essa che gareggia con i Musei Vaticani e con quello di Torino -
era chiusa per restauro: da due anni e mezzo.



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