Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

mercoledì 7 dicembre 2011

MI SCRIVE DA RIO


L'esperienza che sto vivendo è ovviamente un'opportunità incredibile per me ........
 La realtà che viviamo qui ogni giorno, per la maggior parte grazie alle attività e all'intensa programmazione prospettaci da Unicef , è molto difficile e struggente.
Rio è una città sporca, pericolosa e molto povera. Due giorni fa siamo stati in una casa di accoglienza per i bambini di strada; avremmo dovuto fare l'abordagem, ovvero accompagnare i tutor che se ne occupano durante il processo di "raccolta" dei bambini dalla strada per portarli in questa comunità per la giornata, ma purrtoppo proprio quando siamo andate noi l'educatrice è partita in anticipo.
Ad ogni modo abbiamo avuto l'opportunità di stare con questi bambini, arrivati alla casa, l'intera mattina;
con loro abbiamo preparato l'albero di Natale, abbiamo spazzato per terra, abbiamo giocato...

Sono bambini che non hanno opportunità e che non conosco altra legge al di fuori di quella della strada. Bambini con gli occhi da bambini quando stanno dentro questa casa, con la stessa speranza e la voglia di fare e sorridere che hanno tutti i bambini, e gli occhi dei grandi, dei padroni quando sono fuori (perché una sera li abbiamo incontrati per strada a Lapa con le loro bande; si muovono sempre in gruppo!).
Sono arrivati la mattina alle 8.30, sporchi, maleodoranti, graffiati, storditi da droghe più o meno pesanti dalle quali solo dopo qualche ora si sono liberati ritrovando un pò di lucidità, stanchi. 
Dopo essersi lavati e aver indossato panni puliti i più stanchi si sono messi a terra a dormire, sul pavimento sporco e duro, perché mancano i letti, o su delle panche di legno rotte. 

Ancora, dopo quest'esperienza siamo stati in una favela (comunità), la Città di Dio (famosa per un film)
 per assistere ad un forum della comunità all'interno di una chiesa. Ovviamente non ci siamo addentrati nella comunità ma dai vetri dell'autobus si vede chiaramente la desolazione di case  in mattone che crollano con la prima pioggia portandosi via l'unica possibilità di un tetto per molte persone. Durante il forum sono emerse le problematiche più rilevanti all'interno di questa comunità e la violenza intrafamiliare è una di queste, causa della fuga di moltissimi di questi bambini destinati a diventare di strada e a trovare nella droga l'unico stimolo di vita.
Ancora, oggi siamo andati al carcere minorile. E' stata un'esperienza che, aggiunta a quelle dei giorni precedenti, mi ha creato un grande silenzio interiore. Non c'è possibilità per me  di descrivere quello che ho provato nel vedere questi bambini/ adolescenti con le mani dietro la schiena, i capelli rasati, chiamati per numero o in attesa di giudizio, forti apparentemente e tanto fragili dentro da piangere di fronte alla liturgia di un volontario di una comunità cattolica (qui si che la fede fa davvero la differenza!!). Non c'è modo di descrivere gli occhi arrabbiati, delusi, abbattuti di molti di loro o i volti di altri ancora dietro le sbarre in attesa di quell'unica ora di riposo e di svago che altri stavano già impiegando nella messa.


Per tutto questo che dico che non reggo, perché mi chiedo come tante cose siano possibili, come sia possibile che riusciamo a non curarci di determinate situazioni, ad essere cossì indifferenti nei confronti di nostri simili, così poco altruisti e così tanto egoisti; come possa essere possibile che ci rifugiamo in una vita fittizia e futile, non lo so ...


Ovviamente la situazione è tanto più difficile perché mettere 14 teste d'accordo non è assolutamente facile, soprattutto data la mia forte necessità di indipendenza e solitudine, il mio orgoglio e la mia presunzione, l'ignoranza di chi mi sta attorno e la non capacità di relazionarsi con toni tranquilli e pacati. Ad ogni modo anche questa è palestra di vita.

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