Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

mercoledì 28 novembre 2012

ROMA NIZZA IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012 . TERZA

Da Castiglion della Pescaia a Livorno - 21 & 22 Agosto

6° Tappa - ...Per uscire si attraversa un ponte su un canale e alla rotonda si imbocca, neanche a falro apposta, una salita...al 16%!! Non si può fare altrimenti, tagliamo alle spalle il promontorio di PuntaAla.
Neanche a dirlo...la faccio a piedi ed in cima una doppia sorpresa: finalmente un panorama sul mare degno di questo nome con sullo sfondo ben visibile la sagoma azzurrina dell'Elba.
E poi la strada termina ...al cimitero in cui per ventura, sempre alla ricerca di una fonte d'acqua, e grazie alla disponibilità di una gentiel inserviente scopro che lì è sepolto Italo Calvino: "..veramente un bel posto per stare..." commento.

La giornata è cominciata bene.
Mi aspetta la discesa sulla ciclabile, che però finisce quasi subito in un rettilineo lungo senza fine con di fronte le colline che devo superare per forza per arrivare a Follonica.
Mi assale lo sconforto perchè mi rendo conto che dopo la fatica di ieri anche oggi dovrò faticare.

Il falsopiano infatti è proprio falso: procedo lentamente e con grande sforzo e alla fine, segnalato da un paio di prostitute che stazionano speranzose,
la galleria che indica le fine....del tunnel. Subito dopo mi fermo ad un punto panoramico: mi rifocillo con i tarallucci e ...mi abbiocco! Un sonno ristoratore.

Il vialone di ingresso a Follonica costeggia la pineta che porta al mare verso cui si dirigono a frotte; l'uscita dalla cittadina è a palazzoni e rotatorie: una bruttura.
L'Aurelia antica corre parallela in questo tratto a quella nuova percorsa da un traffico intenso,
Mi apettano 18 km di rettilineo tra filari di pini in pianura per 18 KM .Non finiscono mai.
Letteralmente.

A Venturina, dopo essermi tolto la voglia di un bel gelato, comincio a cercare per dormire...
E' pomeriggio inoltrato, il paesino è in realtà una meta termale rinomata - la sorgente termale risale agli Etruschi -  con un paio di alberghi non alla mia portata, sono costretto a continuare .....stremato e quasi piangente... per altri 7 km ...fino a San Vincenzo...

7° Tappa - ... Dormo di seguito per quasi dodici ore! e mi sveglio finalmente ben riposato.

La giornata è bella  e mi sento ritemprato nello spirito e , spero, anche nei muscoli: gli ultimi due giorni mi sono affaticato troppo.
Riparto, bello fresco pulito e cambiato, con l'intento di andare piano e godermi la passeggiata senza l'ansia di arrivare. Mi accorgo infatti che le mete che mi prefiggo la mattina diventano una specie di obbligo del tutto contrario ai miei intenti. Affiornano infatti i primi dubbi!
Sto faticando senza essere compensato nè dal paesaggio nè dagli incontri.
La delusione aumenta la vis polemica che fa tutto brutto, la gente poco disponibile, il confronto con il tour mitizzato dell'anno scorso perso in partenza. Penso di arrivare almeno a Genova - per dare un senso - e poi tornare.

Ma quando rimonto in bici la mattina con l'aria pulita, il cielo terso, i colori, il calore del sole, mi rinfranco
e mi convinco ancor più di quanto è semplicememnte bello andare in bici.
Arrivo a Donoratico tra filari di pini, la telefonata di Francesca mi coglie all'uscita nei pressi di un tempietto circolare che avrei voluto visitare, se non fosse chiuso. Supero Bolgheri- troppo distante per visitare - e mi avvio verso Cecina a Mare dove vorrei fermarmi per farmi finalmente un bel bagno a mare.....


....all'improvviso i comignoli dello stabilimento chimico della Solvay di Rosignano: un paesaggio d'altri tempi.



Sui binari un lungo carro merci ripieno di container, sfila a passo lentissimo costeggiando le mura della fabbrica con i suoi altoforni a doppio cono e le tubature d'acciaio che corrono come alambicchi.a collegare le varie strutture ed infine i camini da cui esce un fumo bianco, denso....
Chissà perchè viene alla mente la cazone ..." ad Auschwitz c'era la neve e il fumo saliva lento..."





Ho voluto farmi immortalare davanti a questa struttura: mi faccio aiutare da un ragazzo nero che però rifiuta di farsi riprendere con un eloquente .." è meglio di no!".

Dalla periferia popolare e ingrigita attigua alla fabbrica di Rosignano, si passa quasi inaspettatamente, a piccole villette eleganti, il traffico si intensifica e là dove c'erano operai qua ci sono i villeggianti: siamo a Castinglioncello, amena ed all'apparenza ricca località marina, ben frequentata con negozi e folla a passeggio.
 Un pò alla volta la strada sale, sale, sale : una costa che credvo piatta si rivela invece bellissima e si alza
sul mare che finalmente si lascia intravedere con panorami a tratti da mozzafiato.
Sto salendo sul "Romito" la collina del livornese, secondo me poco noto e poco frequentato anche perchè fortunantamente poco accessibili le vie a mare che scendono lungo le scogliere di CalaFuria.
Al largo l'isola di Gorgona.

La strada continua a salire ed io sono subito stanco e costretto a scendere e spingere per più tratti.
Numerosi ciclisti, con varie abilità, mi superano e mi incoraggiano; a destra la strada sale ancora di più verso
il santuario di Montenero. Per fortuna non è la mia strada.

Finalmente sono in cima anch'io: davanti a me e per tutta la discesa impegnativa la vista del mare con il riflesso del sole che quasi acceca. Arrivo ad Antignano ed al campeggio Miramare :un nome proprio azzeccato perchè da questa terrazza quassù e a quest'ora del tramonto la vista è proprio spettacolare.....    

lunedì 19 novembre 2012

ROMA NIZZA - IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012 - SECONDA

Da Ladispoli a Castiglion della Pescaia in quattro tappe - 17 - 20 Agosto  (estratti dal diario)

2° Tappa ...fortunatamente la strada fatta in più ieri me la ritrovo oggi:
scavallo, a piedi,  per l'ennesima volta la ferrovia e mi ritrovo sull' Aurelia all'altezza di Cerenova.
La corsia di emergenza è in questo tratto bella larga e questo consente una procedura tranquilla in sicurezza.
Fa caldo ma la bici va,  rallentata nei falsopiani e a tutta callara nelle poche discese.

La salita di Santa Marinella, che avevo paventato, la supero con bello stile ad eccezione dell'ultimo tratto
che sfocia in una piazzetta con una bella fontana. Sosta prolungata e via di nuovo.
All'ingresso a Civitavecchia sono esausto ed accaldato sono le due del pomeriggio ed è quasi tre ore che pedalo.Purtroppo il camping è nella zona nord, dopo la centrale Enel, all'interno della fitta pineta.

All'ingresso un prato verde rasato e curato non riesce a mascherare l'assoluta indecenza dei servizi.
La struttura del campeggio - molto esteso - è, come ormai imparato, identica agli altri con viali e sovrastrutture.La pineta non garantisce una frescura sufficiente.
La spiaggia non esiste: un viale polveroso è rialzato sulla bassa scogliera ed il mare è infestato fino a largo da una colonia di alghe che in alcuni punti trattengono schiuma e sporcizia. Alcuni bambini ignari giocano in questo lerciume sotto lo sguardo di madri disattente.
Gli alti camini della centrale a sinistra aumentano la sensazione di degrado, mentre girando lo sguardo verso il sole il mare nella luce del pomeriggio si presenta piatto ed invitante.
Purtroppo neanche qui me la sento di bagnarmi. Sono deluso e stanco 

.........Ritorno al punto di aggregazione, il teatro, attratto da musica pop e salsa : è in corso una lezione di danza del programma di animazione. Quattro stagionate inquartate si muovono in formazione "hully gully"
tentando di seguire le movenze sinuose e sensuali della leader.

E' questa una ragazza sulla trentina mora, carina e bene in carne, con la ciccia morbida ma soda ;
la pelle bianca non abbronzata contrasta con le colorazioni sguaiate delle allieve. Indossa un paio di pantaloni alla indiana ampi e leggeri, ma gli occhiali scuri impediscono di scrutarne espressioni ed emozioni.
 Muove anche e braccia con maestria  ed eleganza ed una qualche dose di sensualità provocatoria, ma assolutamente naturale; complice la stanchezza, mi illanguidisco nel piacere di assistere alle movenze di tutto il corpo della giovane che accompagna con semplicità ed  istintivamente il ritmo della musica.
Al gruppo si aggiungono di quando in quando alcune giovanette e bambine rendendo la visione ancora più piacevole....


3° Tappa -  .Alle 11 sono pronto a ripartire bello riposato. La direzione è verso Marina di Tarquinia lungo la "strada provinciale litoranea" che si sviluppa a zig zag attraverso la campagna costretta a disegnare i confini dei campi,  triplicando un percorso in linea d'aria - e sicuramente lungo la spiaggia - di pochi chilometri.


Siamo distanti dal mare ed il paesaggio dei campi è monotono: i lunghi tratti in rettilineo tagliano le gambe,
ogni tanto si incrocia la ferrovia e via a superare il cavalcavia, l'acqua che ho consumato in abbondanza scarseggia e dove possibile mi fermo all'ombra, ma perlopiù costeggio campi senza vegetazione.
Sono molto nervoso perchè è solo fatica.
Finalmente il deserto, di case e di auto, termina in un lungo viale alberato con ville ed abitazioni: in una di queste si sta svolgendo un rumoroso campo scout segnalato da ampi cartelli.
Siamo in località Montalto di Castro e la strada sfocia, allontanandosi ancora di più dalla costa, nell'ennesimo cavalcavia sulla ferrovia e quindi sull'Aurelia.
L'impatto con il calore dell'asfalto toglie letteralmente il fiato : poco prima ero riuscito a rifocillarmi in un avamposto da Fort Apache: un ditributore di benzina con tanto di bar ed al di là una piazza senza ombre
assolata alla De Chirico. E' l'una dell'orologio, il mezzogiorno del sole.

Decido di fermarmi comunque perchè in pochi metri sono un bagno di sudore e con la salivazione azzerata.
mi asciugo e bevo all'ombra di un cespuglio rinsecchito.
Mancano sette chilometri all'uscita di Montalto  ma  il famoso nastro d'asfalto si presenta in tutta la sua implacabilità e lo stesso fa il sole che non ti risparmia di certo, grande e fisso nel cielo sgombro.
La luminosità è talmente forte che quasi trapassa le lenti delle polaroid.
Le poche auto che sfrecciano spariscono in un secondo: da un finestrino aperto una ragazza urla
"sei un grande....". Non so se essere d'accordo, ma consola ed aiuta.

Finalmente il "guado"  è attraversato e proprio all'uscita dalla statale due meravigliosi ed imponenti  pini
raggruppati  stendono la loro ombra su un chiosco di frutta e verdura. Non mi sembra vero ed in un attimo mi ritrovo seduto su una sedia tipo bar - comodissima - ad addentare avidamente un enorme pomodoro rosso e succoso!. a morsi, quasi alla selvaggia.

... La pineta che fronteggia il mare e corre quasi ininterrottamente lungo la costa da Fregene a Viareggio, è per queste cittadine una vera e propria manna, ed ancor più lo è per i concessionari di aree per il campeggio
che in questo periodo sono stracolmi di...stanziali.! e che fanno una barca di soldi, inventandosi tariffe e tagliole. Il Camping Pionier è quello che ho scelto - quasi obbligato.
Qui la sorpresa è il costo del posto tenda venduto  a pacchetto "..per un minimo di due persone..." : cioè sono solo ma devo pagare per due!. Sono troppo stanco per rifiutare ma mi riprometto di segnalare questo comportamento nella rubrica, piuttosto popolata, degli "Straccioni".

4° Tappa ...Volevo evitare di tornare sull'Aurelia ed il tizio del campeggio aveva suggerito di passare per i laghi di Capalbio, dopo Pescia Romana. Un percorso ciclabile molto frequentato dove avrei apprezzato la flora e la fauna lacustre. Decido però di proseguire sulla statale per non allungare troppo.

L'aria questa mattina sembra più fresca ed,  anche se devo affrontare i saliscendi che si susseguono fino a Capalbio, proseguo senza grossi spasmi , la bici ben equilibrata ed il peso non lo sento: è una strada familiare fatta molteplici volte in macchina. Ogni tanto mi fermo sotto i pini che in questo tratto , ci stiamo avvicinando all'Argentario, si intensificano ai lati della strada. Anche il panorama si modifica: il mare non si vede mai
ma la vegetazione rigogliosa sulle colline segnala l'approssimarsi di Ansedonia .
Supero di seguito le uscite per Porto Ercole e Porto S. Stefano, da cui si raggiungono il Giglio e Giannutri..

Orbetello scalo è a 10 Km ma non si arriva mai, la strada è pianeggiante e scorre veloce .
Albinia, la frazione sulla statale, è una contrada con poche case lontane da tutto, anche se non distante dal mare. Non c'è niente di particolare.
Arrivo finalmente alla zona dei campeggi che raggiungo dopo aver superato un cavalcavia sull'Aurelia.:
il primo campeggio che trovo va più che bene.

Finalmente faccio un bel bagno a mare: il panorama include il promontorio dell'Argentario con le sagome del Giglio e dell'Elba che si stagliano come ombre grigie tra la foschia che il calore produce in evaporazione all'orizzonte......

5° Tappa.   Ho un altro protagonista per la rubrica degli straccioni: la cassa del campeggio! 

Risalgo il cavalcavia e sono di nuovo sull'Aurelia che in questo tratto è privo di corsia di emergenza.
Me ne accorgo dai TIR che sibilano sfiorandomi. Il tarffico è intenso e per garantirmi l'incolumità sono costretto a fermarmi alla prima piazzola di sosta, per fortuna poco lontana.
La sensazione di aver sfiorato la tragedia è manifesta guardando i TIR che si susseguono in continuazione.

Sono in trappola, e decido di aspettare l'ora del pranzo con la speranza che il traffico diminuisca!
Mi stanco presto ad aspettare  e decido di affrontare il tratto di poco più di un chilometro che mi separa dall'uscita per Talamone. Indosso il giubbotto di sicurezza e mi avvio ... a piedi.
 Si tratta di superare un curvone delimitato da un muretto: lo spazio per me e la bici è praticamente inesistente. Sono poco visibile ed anche se il primo Tir allarga la traiettoria per non prendermi, così potrebbe non fare il secondo o il terzo che seguono in sequenza, come vagoni di un treno, lanciati ad oltre cento all'ora. Più volte mi fermo facendomi scudo con la bici e addossandomi al muretto.
Ho proprio paura e sono consapevole del pericolo. Non posso biasimare i conducenti perchè l'azzardo è solo mio. Dopo circa quattrocento metri esco dal curvone e sono più visibile: dopo poco posso salire sulla bici perchè in prossimità dell'uscita.
Me la sono vista brutta.!

......Come mi avevano già informato il Parco dell'Uccellina non è attraversabile.
Non me la sento di proseguire sull' Aurelia perchè tutti gli interpellati mi hanno dato del matto.
Per raggiungere Grosseto devo deviare per ....Montania. Appunto: 13 Km di salita.!

Ormai ho impaarato: all'inizio la salita non è mai così dura e quasi mi compiaccio per riuscire a farla.
Ma ben presto arriva il punto che non vado più avanti, il sudore a fiotti, le gambe non spingono , il cuore supera la soglia fatidica : devo scendere e spingere.
Non mi dispiace camminare. Non passa un'anima, le fattorie sui cucuzzoli che di volta in volta supero sono rade, il latrato dei cani ad ogni passaggio rompe il silenzio. Il caldo non è così insopportabile......

....Alla fine della discesa mi ritrovo sull' Aurelia alla periferia di Grosseto: da qui la "ciclabile"  mi porterà al mare. Sono irritato e piuttosto stanco. Mi aspettavo una strada attrezzata per ciclisti, mi ritrovo una stradina che corre parallela alla provinciale, anzi si dilunga per campi e fossi. E' pomeriggio, siamo in una fossa e l'aria calda quais soffoca..

.....Stoicamente continuo la marcia, all'orizzonte si vede il riverbero del mare; la stradina finisce nella pineta.
Tutto bruciato. Lo sapevo ne avevano parlato al Tg: il calore - o meglio ancora piromani assassini - hanno
incendiato la pineta che è bruciata per diversi ettari. Uno scempio.
Proseguo per altri 17 cjilometri fino a Castiglion della Pescaia: Ho percorso oltre 60 KM.     
   

giovedì 15 novembre 2012

DJOKOVIC IL NUMERO UNO

Non sono un ragazzino e perciò non posso avere "un ragazzino" per idolo.
Posso però dire di essere un suo fan.

Quando  l'ho visto giocare in televisione le prime volte, ormai diversi anni fa, quello che mi colpì di questo giocatore era la sensazione che, se solo lo avesse deciso, avrebbe potuto vincere qualsiasi partita a partire da qualsiasi punteggio e teoricamente contro tutti.
La sua forza mentale era già manifesta ed era la sua arma più convincente.

Infatti  non può vantare nè la classe insuperabile di Federer nè la sua fantasia e fluidità di gioco, e neppure
il talento ancora non espresso completamente di Murray, nè il dritto micidiale del mancino Nadal:
però ho scelto di tifare per Djokovic perchè apprezzavo la sua applicazine, il non voler mai sentirsi battuto,
la sua testa appunto.

Nel corso degli anni i suoi risultati sono stati sempre in crescendo, risalendo posizioni in classifica tra lo stupore e l'incredulità dei più - tra le prime le due comentatrici di sky che non sopportavano, poverine che tenerezza!,  di veder uscire sconfitti i loro idoli primo fra tutti il povero Murray sempre li' lì per esplodere.
Fino al 2011 in cui è diventato il numero uno segnando un record di imbattibilità di oltre 46 partite, secondo solo ad un McEnroe in una epoca e con avversari certamente non comparabili.

Tuttavia questo exploit non sembrava sufficiente a convincere completamente la platea dei commentatori -
tutti più o meno titolati a parlare - che il serbo fosse realmente il tennista più forte del mondo.
Un calo a fine stagione e risultati altalenanti nel 2012, il più cocente la sconfitta con Del Potro alle Olimpiadi,
autorizzava a definire quell'exploit eccezionale, irripetibile!!!

E' tornato numero uno alla vigilia del torneo Masters di fine stagione, grazie al numero dei tornei giocati e non vinti, ma per convincere tifosi ed esperti non era sufficiente, ci voleva ben altro.
E allora l' "ALTRO" gliel'ha fatto vedere prorio al Masters!     

E' cominciato con Tsonga: tutti ammirati dal dritto del francese e dalle bombe di servizio: 76 63 per Djokovic
Poi Murray : un primo set allo scozzese poi il nostro ha cominciato a giocare : 46 63 62...per Djokovic
Il turno di Berdick  Anche qui la possibilità di chiudere il primo set al ceco ma manca due palle break.
In semifinale incrocia DelPotro. Un marziano: un primo set a tutta, ed un finale di set ingiocabile. Djokovic deve arrendersi. Definitivamente? Neanche per sogno, contro break  e partita 46 63 62
In finale un Federer sontuoso: mai visto correre così tanto lo svizzero, difendere da campione e contrattaccare sul dritto del serbo. Colpo su colpo con alcune giocate memorabili. Appena partiti e
subito tre a zero per Federer. La nostra commentatrice che già parla di strapotere ecc ecc ... tre pari.
Il serbo può servire per aggiudicarsi il primo set ma lo svizzero non vuole mollare. Si vede che ci tiene troppo.Vuole dimostrare che è' ancora lui il numero uno, al di là dei numeri, e gli da sotto come non mai.
Al Tie Break va sotto ma recupera e si arrende solo alla fine 76 per Djokovic.
Nel secondo set ci si aspettrebbe un crollo fisico di Federer che ha giocato al di sopra dei suoi standard,
ed invece è lui a strappare subito il servizio ed a condurre 54 con due servizi per portare la partita al terzo set. Pericolosissimo. E' qui che Djokovic mostra tutta la sua grandezza. Riacquista concentrazione
e con due risposte magiche un passante da favola ed un paio di errori di dritto dello svizzero, si aggiudica l'incontro 76 75.

Lo stesso Federer - e tutti a questo punto - dichiara
" DJOKOVIC E' STATO IL PIU' FORTE".
ma c'è ancora chi si lamenta e dice che Federer ha sprecato troppo, che è stato lui a perdere e non Djokovic a vincere. Che cosa si può dire a questi miserelli? Il tennis è uno sport micidiale: qualche volta si può vincere
con i colpi e la racchetta, ma sempre si vince con la testa : è per questo che Djokovic è il più forte.  
     
    

domenica 11 novembre 2012

ROMA NIZZA : IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012 - 1°

Premessa.

Sarei dovuto partire a Maggio, con il fresco, e tornare in tempo per la vacanza  in Sardegna ma avevo sempre rimandato : i motivi esterni non mancavano - metereologici economici feste comandate la bici da cambiare -  ma in realtà non ero proprio sicuro di voler affrontare il viaggio.
Mi titubava certo la fatica ma di più la stranezza  che gli altri avrebbero potuto ravvisare in questo giro fuori stagione e ...fuori zona. Avevo timore del commento di quella giovane.....anvedi quer vecchio...

Stava passando anche il mese di Agosto e l'insoddisfazione di qualcosa di incompiuto cresceva, così
anche se poco convinto al ritorno dalla Sicilia ho stabilito la data di partenza. Il 16 agosto.
L'itinerario l'avevo praticamente già fatto, almeno nelle tappe iniziali, per il resto avrei seguito l'Aurelia, con deviazione all'interno, all'altezza del parco dell'Uccellina che non si puo' attraversare ....c'era poco da inventare.

Certo la bici non l'avevo cambiata ed affrontare tutti quei chilometri con la mia scalcagnata non era proprio il massimo della sicurezza: così mi sono concesso all'incoscienza...dell'età.
L''ho portata solo a far controllare i freni ed acquistato un portapacchi degno.
Questa volta ho cercato di ridurre il bagaglio per una migliore distribuzione ed equilibrio della bici: ho rininciato all'ombrellino da spiaggia!!, per il resto tutto indispensabile a partire dalla tenda, dalla brandina,
lenzuoli e coperta.
Anche esteticamente l'assemblaggio del bagaglio questa volta è risultato più ordinato, evitando di caricare la borsa sul manubrio che tanti guai mi aveva procurato l'anno scorso.

Tutto pronto; la mattina del 16 alle nove, la notte era stata insolitamente agitata, saluto Fortuna - che aveva purtroppo rinunciato ad andare a Barletta per il troppo caldo - che dal balcone di casa al sesto piano
tenta di scattarmi la foto della partenza: il rollino non è stato ancora sviluppato. Sono curioso di vedere cos'è uscito.

1° Tappa - Roma, Ponte Galeria, Palidoro, Ladispoli - 60KM  - 16 Agosto 2012       
                  (Estratti dal diario)

Uscito dal cancello, traverso la Collatina, e all'altezza di Bartolini una ragazza fa al compagno:
" anvedi quello...ma che è matto?!...".  Non male come viatico.

Alla Magliana sbaglio strada e perdo quasi mezz'ora per riprendere quella giusta.
Anche se è presto il caldo si fa sentire e come sperimenterò più avanti il sole è spietato: dove non c'è vegetazione è già sofferenza. Sono i giorni dell'anticiclone Lucifero!
Arrivo a Ponte Galeria dove mi abbevero e rinfresco avido ad un nasone benedetto che si è palesato improvvisamente lungo la strada: chiare dolci e fresche acque, quanto preziose siete!

Un ragazzo alla stazione mi dice che ho percorso già 33 Km ( per me sono 28); il prossimo step è la stazione di Maccarese distante circa...sette postazioni di prostitute nere ( circa 10 Km).
Costeggio la ferrovia con le pance degli aerei a tre metri sopra... il casco. Ho scelto questo itinerario per evitare la statale ma a Palidoro la strada interna finisce, dopo un cavalcavia, proprio sull'Aurelia, all'altezza del Km 27! Sono due ore che spingo e sono ancora qui.

lunedì 5 novembre 2012

PERCHE' LO FAI

......Capita nel momento dell'impegno massimo , quando ti sembra chiaro che lo sforzo non ripaga, nel momento che vorresti mollare ma sai che non lo farai, quando il caldo o il freddo o il vento contro o la borraccia semivuota, o questa maledetta bici che non gliela fa a salire, quando nel petto le pulsazioni corrono all'impazzata e sai che dovrai fermarti, e la stanchezza si somma improvvisamete a quella dei giorni prima e sai che dietro la curva ce ne sarà un'altra e poi ancora un'altra, ma intanto la salita non finisce .....allora ti  chiedi perchè lo fai!

Nessuno te l'ha prescritto. Anzi, i più sono indifferenti, qualcuno ironico, qualcuno ammirato incredulo, pochi che incoraggiano. In realtà non nascondi il tuo pudore e prepari risposte di circostanza. Perchè?
Forse perchè neanche tu sai perchè lo fai ?.

Analizziamo sentimenti e sensazioni.
Il primo che viene di getto è la sensazione di libertà.
Libero dal tempo, libero dal dovere, libero dagli altri, libero di soffrire, libero di partire o di arrivare.
Nessuno da aspettare, nessuno cui dare conto, niente da rincorrere
Poi la sfida. Una competizione che non è contro altri ma esclusivamente per se stessi.
Convincersi che sei capace di farcela, che hai la testa per non mollare,  più forte della fatica e della
rassegnazione, Non devi dimostrare, solo vuoi sapere, e per farlo sei da solo, senza alibi o coccolamenti..
  


Ancora, il valore della fatica. Può suonare blasfemo utilizzare lo stesso termine normalmente usato per braccianti,minatori, facchini, muratori, scaricatori. Eppure anche qui è come creare qualcosa con le mani: sudare e faticare, sentire i muscoli dolenti, il respiro che diventa affannoso, il corpo che si tende per assecondare la voglia, ti spinge avanti sul sellino e vorresti che i denti del cambio potessero fare ancora uno scatto o ...due:
una sensazione di fisicità che ti convince delle origini.

E quando sei in cima alla salita, oppure in fondo ad una discesa che impaurisce per la velocità, o hai appena superato quel lungo rettilineo monotono e solitario, ti senti  il più forte:
è un falsopiano ma è come aver scalato lo Zoncolan.
Un senso di potenza che ti proietta in cielo.La soddisfazione piena di cosa fatta.

Mi è stato detto che è la stessa sensazione provata da tutti quelli che raggiungono un obiettivo. Sarà...

Vorresti abbracciarti con tutti nella tua magnanimità, ti senti buono e rappacificato e contempli la natura intorno che ti sommerge: ringrazi il cielo ed il bisoprololo!
I profumi, i colori, il silenzio, il mare, la solitudine; percepisci il calore che sale dall'asfalto, le auto che veloci ti sfiorano a fianco, apprezzi la frescura dell'ombra di un pino, la presenza vitale di una fontana, l'acqua che scorre e ti rinfresca, le geometrie dei campi, i versi lontani di uccelli e cani, i panorami disegnati dalle rocce a mare, e la luce....
E' la felicità? Non lo so cos'è la felicità: benessere, appagamento, pienezza, pacificazione, piacere, godimento, serenità..Tutto questo è ciò che ho provato: un sentimento infantile di gioia.

E' per questo che lo faccio, per questo vado in bici.....e per molto di più.