Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

giovedì 28 gennaio 2016

Il camino di Santiago - 6° Santiago- FinisTerre - Oviedo - Santander ; 29 e 30 Aprile 1 e 2 Maggio

29 Aprile - Santiago - Finisterre

La notte è trascorsa ristoratrice. Siamo apparentemente soli in questa grande struttura e nessuno sembra
sollecitarci all'uscita. Così ce la prendiamo comoda facendo ...i nostri comodi.
Dopo il timbro canonico, usciamo in una giornata magnifica: sole e frescura. La strada è lastricata, siamo nell'area medievale, e tutto appare lindo.
Dalla altura in cui siamo abbiamo una veduta panoramica sia della campagna a sud che dell'area della cattedrale di fronte; il cielo  pulito e l'aria fresca invita al buonumore, ed è così' che ci avviamo per la ripida discesa verso la città vecchia. Il programma di oggi prevede che io ritorni con il bus a recuperare l'auto,
e Fra continuerà la sua visita alla città. Ci separiamo dopo una colazione non troppo soddisfacente
in uno di questi bar moderni tutto fumo e niente arrosto.

Faccio una bella passeggiata a piedi per raggiungere la stazione degli autobus: ben organizzata e pulita, mi soffermo a pensare al perchè noi non possiamo godere in Italia di simili strutture.
Il mio autobus è pronto sul piazzale ma dell'autista nessuna traccia: come sempre in queste situazioni
sale un pò l'ansia di avere informazioni sbagliate, ma dopo poco un signore burbero accompagnato da alcune vecchiette si avvicina all'autobus. Mi accodo. Paghiamo il biglietto - modesto per la tratta - sul bus: la cassa dell'autista è una scatola di cartone a vista!! Altro che indennità di gestione denaro.
Partenza puntuale. Il tragitto non è particolarmente interessante e neanche i passeggeri, per lo più donne anziane che salgono e scendono dopo brevi tratte, e dopo poco più di un'ora arriviamo nel piazzale di PuertoMarin. La Panda è lì così come ci aveva assicurato la barista.
Ripercorro la strada a ritroso e fa sorridere pensare che la camminata di due o tre giorni, in macchina sia poi così breve.

Arrivo all'appuntamento con Fra che è quasi l'una. Francesca ha assistito alla messa di mezzogiorno: sì proprio quella in cui lanciano il candelabro. E' la messa del Pellegrino e mi racconta dell'esperienza suggestiva e quasi mistica di partecipare al rito insieme a così tante persone oranti e cantanti in una atmosfera resa ancora più "drogata" dall'incenso emesso copiosamente ad ogni oscillazione dall'enorme candelabro
magistralmente manovrato da due gruppi di chierici in tonaca rossa. E' arcinota l'abilità della chiesa di creare situazioni di soggezione al limite della magia: qualcuno riesce a vedere statue piangere o il sangue sciogliersi. Concordo con Francesca sulla singolarità dell'esperienza.

Ma il nostro viaggio, la nostra peregrinazione non finisce qui. Verso le quattro riprendiamo la macchina con destinazione la fine del mondo! Ed infatti, dopo aver lasciato una anonima e trafficata periferia di Santiago, ci proiettiamo verso il mare con il sole di fronte che ci cade addosso grande e luminoso.
E' bellissimo perchè nelle due tre ore del viaggio assistiamo a tutte le trasformazioni di colorazioni che il sole
nel tramontare segna sulle montagne sulle case sui boschi che attraversiamo sul mare all'orizzonte.
La natura sì che è magica! L'aria è fresca ma non fredda e viaggiamo con i finistrini abbassati.
FinisTerrae è proprio così alla lettera: si arriva in uno spiazzo dove c'è il porticciolo, un bar il nostro ostello
ed un alimentari chiuso. C'è anche la fermata del bus. Spenta la magia del sole tutto appare un pò troppo squallido e umidoso: freddo e umido. Anche la receptionist dell'ostello che per qualche motivo, legato al fatto che abbiamo percorso in macchina e non a piedi la strada da Santiago, non vorrebbe farci entrare. Sarebbe un bel guaio perchè lì intorno non c'è altro. Ci costringe ad aspettare fuori una buona mezz'ora, ma poi alla fine entriamo. Questo è un ostello tipo i primi che abbiamo incontrato:letti a castello ammucchiati disposti su più piani, ragazzi pellegrini scapigliati buttati per terra a fumare e chiacchierare fino a tardi, nessuna possibilità di mangiare qualcosa, e perciò ci arrangiamo come solito grazie alla previdenza ed abilità di Fra.  
  
30 Aprile - FinisTerrae . Cabo FisTerre - Ribadero

Da qui il nostro itinerario ripercorre al contrario "Il camino del Norte" quello cioè che percorre la costa
atlantica lungo le regioni della Galizia e delle Asturie: è un percorso aspro e poco servito ma a detta dei pellegrini tra i più spettacolari. Noi purtroppo non avremo la possibilità di verificarne la bellezza perchè la statale che facciamo seppur tra boschi corre quasi sempre all'interno.

La notte non si è dormito molto, e la mattina alle 8 tutti fuori! Siamo sorpresi a vedere l'affannarsi di tutti quei ragazzi che in pochi minuti raccolgono le loro cose e si precipitano fuori, ma lo scopriamo subito una volta all'esterno: sono tutti fuori alla fermata dell'autobus che passerà da lì a pochi minuti e se li porterà via tutti verso Santiago. Dopo tutta quella concitazione siamo di nuovo soli in quella piazza spoglia. E' una giornata uggiosa, ed il mare che respira silenzioso neanche sembra lui. La taverna all'angolo sembra accogliente
e soprattutto calda, e ci precipitiamo dentro per una bella colazione: neanche a dirlo i proprietari sono inglesi
, oppure olandesi, e ci stanno proprio bene in quell'ambiente non certo accogliente. Comunque abbiamo il nostro latte ed il the' caldo e ci attardiamo dentro.
E' comunque sempre molto presto quando decidiamo di dirigerci verso il Cabo Finisterre ennesimo punto estremo del continente europeo.Ma prima di lasciare una passeggiata sulla sabbia scoperta dalla bassa marea con tutta la vita che pulsa sotto: una spiaggia sconfinata che non frena il desiderio di Fra di "toccare l'acqua del mare" e di raccogliere qualche conchiglia più bella di altre!
Anche se la giornata è grigia ed il sole non si vede il posto è bello e selvaggio. Arriviamo al faro a picco sul mare che sbatte sulle rocce un bel po più sotto, all'interno del faro c'è un piccolo museo con foto di mareggiate impressionanti. L'addetto ci racconta un po' di storia: quella che più ci attrae fa riferimento ad un piccolo spiazzo poco più giù nel dirupo verso il mare con una croce celtica in pietra e rocce nere affumicate. Ci racconta il nostromo che lì i peregrini sogliono accendere il fuoco ed aspettare l'alba o il tramonto del sole, novelli sacerdoti del dio.
Ma adesso non c'è sole: il cielo è grigio, il mare è grigio, la roccia è grigia, la nebbiolina che si dirada lentamente ci ha immerso in una atmosfera incantata, fuori dal tempo: noi non possiamo accendere fuochi e allora improvvisiamo movenze di una lotta antica, una danza riparatrice che offriamo agli dei del mare!

Vorremmo restare ancora ma dobbiamo andare......Salutiamo il signore del museo che non manca di segnarci il timbro sulla Compostela e riprendiamo la marcia....in macchina.
Stiamo tagliando all'interno nella provincia di Lugo verso Ribadero: siamo un po' delusi perchè non esiste una strada sulla costa o perlomeno non è agevole, e quella che percorriamo non ha niente di interessante. Ogni tanto incrociamo qualche pellegrino a piedi, ma sono piuttosto rari. Arriviamo al paese nel primo pomeriggio e la pioviggina che ci ha accompagnato finora, ancora non ci lascia.
L'ostello in cui avevamo intenzione di andare è pieno, ed anche se la struttura è moderna inserita in un parco attrezzato sul mare, è meglio così; abbiamo bisogno di dormire come si deve e l'impressione è che il posto sia caotico come quello di Fisterre.
Ripieghiamo perciò per un bel alberghetto al centro della cittadina, caldo e confortevole.

Ribadero è posto alla confluenza di un fiordo che penetra all'interno tra due alte coste frastagliate, unite da un lungo ponte in ferro sospeso sul mare: ci sono avvertenze di pericolo in caso di mareggiate o vento forte ma il ponte è percorribile. Trovarsi sospesi in mezzo a quel mare dà i brividi ed un pò di vertigine: è facile immaginare come ci si possa sentire sferzati dal vento e con le onde alte dell'oceano.
Seguiamo la stradina del parco attrezzato che ci porta ai "mirador" punti panoramici da cui si può apprezzare in sicurezza l'insinuarsi della densa massa d'acqua tra le alte sponde: un castello con una fiorita bouganville
mette alla prova le nostre abilità fotografiche.....dall'altra parte per un sentiero che si percorre a piedi arriviamo ad un costone che sovrasta una ampia spiaggia ed un mare placido.....anche qui le rocce di granito ed il panorama fanno da quinta al servizio fotografico della modella Fran, che come al solito non vorrebbe mai andare via.

1 & 2/3 Maggio - Oviedo - Santander - Roma

Riprendiamo il viaggio in macchina verso Oviedo la capitale del Regno delle Asturie. Il tempo è brutto e piove, la strada tra i boschi è monotona, così ogni tanto facciamo qualche deviazione verso il mare, ma i paesini che incontriamo sono poco attraenti, perlopiù paesi di pescatori con le grosse barche in secca lungo i canali attraccate con lunghe corde alla banchina perchè la marea qui entra per un centinaio di metri....
Superiamo La Coruna nella zona industriale ed arriviamo ad Oviedo sotto l'acqua verso le due.
Troviamo l'ostello il cui gestore avrebbe aperto dopo circa un'ora, come apprendiamo da altri pellegrini.
Ci sistemiamo, le camerate sono a due o quattro letti a castello e noi siamo da soli in una cameretta:
ho paura per il freddo. Usciamo per vedere un po' la città il cui centro storico non dista molto dall'ostello.

Anni prima mi era piaciuta perchè la zona medievale era ancora integra, ma oggi non abbiamo troppe possibilità di passeggiare perchè piove e siamo ormai stanchi, perciò ci rifuggiamo nella cattedrale anch'essa fredda e inospitale.Ho tempo per polemizzare su non so più quale statua o croce e questo disturba la sensibilità di Fra, perciò torniamo immusoniti all'ostello.
Consumiamo la nostra cena insieme ad altri pellegrini - francesi - che disquisivano sulla bellezza del camino del Norte, con qualcuno che l'aveva fatto più volte. Parlavano in inglese, e ciò mi infastidiva: non mi andava di sforzare l'attenzione per seguire i loro discorsi sulla storia napoleonica e della seconda guerra mondiale, anche se sembravano ironizzare in qualche modo sugli italiani.

La notte, come paventavo, era trascorsa movimentata per il freddo. La colazione, inclusa, piuttosto povera
da costringerci a comprare il dolcetto - un bel croissant - fuori. Fra nervosa aveva deciso di voler fare un giro di un'oretta da sola per la città: per fortuna non pioveva. Io avrei aspettato in macchina, con la solita ansia di non vederla tornare per tempo, immaginando chissà quali catastrofi.

Prima di lasciare Oviedo,al suo ritorno, decidiamo di visitare un complesso abbaziale del trecento:
tre chiese romaniche mantenute in ottimo stato posizionate in una radura su una collina boscosa circondate dal verde: molto pittoresco!

Arriviamo a Santander con l'acqua e ci fermiamo sul lungomare: mi sono innervosito perchè non riesco ad ottenere informazioni di dove si trovi l'ostello. Alla fine ci danno la dritta buona e arriviamo: il costo di 5 € a persona è un furto: un centinaio di persone stipate come galline da batteria in uno stanzone, forse un garage.
Non c'è aria tra un letto ed un altro con cattivo odore di zaini sbracati a terra, scarponi sotto il letto ed un puzzo di piscio che viene da tre gabinetti ( e docce) che devono servire per tutti.
Sarebbe da denuncia, se non altro per il livello di igiene infimo e per la totale mancanza di sicurezza e via di fuga! Ma siamo stanchi e non mi va di cercare ancora. Inoltre la gonalgia mi costringe quasi a trascinare la gamba, così la passeggiata per il vialone di Santander con i negozi che stanno chiudendo e l'aria pregna di pioggia, si riduce a pochi isolati.

La cucina dell'ostello è invece quasi decente e c'è chi si diletta a cucinare manicaretti! Fra vuole fare il suo solito giro in solitaria, ed io in ambasce perche alle 22 l'ostello chiude, il gestore se ne va e chi è fuori rimane fuori! Fra ritorna alle 22 meno due secondi!!!!
La notte è uno schifo: una sinfonia prevedibile di russamenti: io con la mia coperta avveneristica che faccio un sacco di rumore; le signore a fianco tutte precisine con le loro cose russano come gendarmi, mi alzo alle quattro per fare pipì e c'è gente sveglia che fuma passeggia va al bagno.Povera umanità!  
La mattina alle sei comincia il va e vieni dei pellegrini in marcia: siamo gli ultimi a lasciare. La macchina è proprio lì di fronte.

Arriviamo in breve all'aereoporto  e consegnamo la Panda: ottima scelta.
Ovviamente ci sequestrano le picche. Imbacuccato come un salame, aspetto il controllo dell'officer di RyanAir per le dimensioni del bagaglio: sono fuori dello stabilito e mi aspetto di dover pagare la fee per imbarcarlo.Fortunatamente è tardi, e danno il via per salire sull'aereo, l'officer termina il controllo proprio con il passaggero davanti a me! Tiro un sospiro di sollievo e saliamo.
A Ciampino c'è Fabrizio!

    




  




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