Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

venerdì 18 gennaio 2013

IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012: ROMA NIZZA - SETTIMA

28 Agosto Genova Arenzano Cogoleto Savona
29 Agosto Vado Ligure, Spotorno, Finale Ligure, Albenga Alassio
30 Agosto Capo Mele, Diano Marina, Imperia, San Lorenzo, SanRemo.

28 Agosto: Genova - Savona 

Anche oggi è una bellissima giornata: l'aria è un po' rinfrescata lasciandoci alle spalle gli anticicloni nominati dai telegiornali. Il ciel è terso ed ovviamente dimenticata la decisione di tornare. prossima tappa Nizza
che è ormai a tiro!
Ieri in Ostello ho avuto anche la possibilità di "lavare i panni" così oggi sono pulito e profumato e pronto alla nuova avventura. La discesa in bici dalla collina è rinfrescante tutta all'ombra : sbaglio strada ma mi ritrovo
nei pressi della stazione di Piazza Principe e presto immerso nel traffico caotico dell' Aurelia in uscita da Genova. Non faccio certo la tangenziale per cui procedo superando sulla sinistra il porto, le raffinerie, gli stabilimenti industriali della Elsag dell'Ansaldo, della ex Marconi.

 Genova come tutte le grandi metropoli ormai si è attaccata a tutta una serie di paesini una volta separati.
Supero così quasi senza accorgermene Sampierdarena, Cornigliano Sestri Ponente.
Solo all'ingresso a Pegli - ultima propaggine della grande città, si rivede il mare, non più industrializzato, ed il paesaggio riprende l'aspetto del paesino di mare, con il traffico di auto diradato, le barche dei pescatori al largo.

La strada è piatta e piacevole e l'andatura rilassata mi consente di godere del panorama marino.
Mi lascio guidare in questo tratto dal resoconto dell'itinerario che un biker ha percorso prima di me e, bontà sua, ha lasciato su internet. Si rivelerà prezioso per alcune dritte.
La strada segue la costa piatta senza particolari sussulti e così supero di seguito gli abitati di Voltri
e Arenzano e proprio quando sto pericolosamente prendendo una strada in salita -che a me sembra piuttosto erta ma che una ragazza in pantaloncini sta percorrendo in bello stile dritta sui pedali - mi ricordo che proprio qui dovrebbe iniziare un  primo tratto di pista ciclabile.


Veloce richiesta informativa ad un passante e, quasi nascosta in fondo al porto turistico, imbocco la "Passeggiata Europa", ricavata dalla ferrovia dismessa e che affacciata sul mare, dopo una prima galleria piuttosto umida e lunghetta, offre un panorama unico. Quasi a strapiombo si aprono calette occupate da bagnanti isolati, altre più ampie accolgono gruppi vocianti che manifestano con grida il gusto del bagno a mare. La giornata di sole ed il mare luccicante sono un invito a cui non si puo resistere, ma l'accesso scosceso ed il tempo che avrei impiegato mi fanno desistere.
A malincuore riprendo la strada e dopo una serie di corte gallerie, suggestive per l'alternanza luce buio,
supero Cogoleto e Varazze, e quindi Albissola.
Il tunnel che introduce in città, ampio e ben illuminato, è stato teatro 24 ore prima di un tragico incidente che ha visto protagonista un anziano di 90anni che alla guida di una Panda non si è accorto di aver travolto - ed ucciso - un ciclista di 70anni!
Non è forse il caso di imputare responsabilità a chi medici ed amministrazioni che con estrema superficialità consente ad una persona di 90anni di guidare un'auto?
Tuttavia il fatto che avrei potuto essere io, non avrebbe potuto fermarmi.

Arrivo a Savona, che credevo più turistica, ma apparentemente non c'è niente di notevole da visitare. Sono ormai le tre del pomeriggio ed è ora di trovare il posto per dormire. Come al solito non è facile.
Lungo la strada di fronte al mare c'è il Motel Mirò, una struttura moderna che pubblicizza il prezzo della camera a mo' american dream. Purtroppo il prezzo non è compatibile con il mio budget: devo ringraziare
il titolare Sig. Giovanni -  gemelli - che mi consente un prezzo "concordato"!
Una buona camera, una cena coi fiocchi, dopo un breve bagno a mare., la colazione con due bei cornetti.
Ottima scelta!


29 Agosto : Savona - Laigueglia

Anche stamattina la giornata è limpida, l'uscita da Savona è un lungo rettilineo che porta fino a Vado Ligure,
superato il quale  comincia  uno dei tratti più belli della costa con lo scoglio di Bergeggi che caratterizza il panorama: l'Aurelia qui è scavata nella roccia che sovrasta sul lato monte.
Non posso fare a meno di fermarmi per delle foto e per respirare la bellezza del luogo. Curva a destra e la strada scende dolce fino a Spotorno...ecco da dove deriva la notorietà.

Subito dopo si arriva a Noli, e qui mi concedo un'altra sosta sempre guidato dal foglietto di internet.: è un paesino medioevale con una porta affrescata e all'interno stradine strette e popolari, richiama un pò l'ingresso ad Amalfi, ed infatti anche Noli è stata una repubblica marinara.

E' piena di turisti e si respira  un'aria di festa.


Riprendo il cammino e supero in bellezza Capo Noli: le prospettive di sole e di ombra che ad ogni curva si aprono sul mare, ed il contrasto con la roccia bianca che incombe sulla destra, sono uno spettacolo
degno della costiera amalfitana. Erano questi i panorami che mi aspettavo di trovare e percorrerli mi da allegrezza. Non ho la fortuna di vedere la Grotta dell'amore o quella dei falsari descritte dal mio Virgilio,
ma sono li' e fanno parte di quell'atmosfera.

Come tutte le cose belle, finisce presto e dopo una discesa si arriva a Finale Ligure e poi Loano, trafficato
e un po' depresso centro vacanze.
Da qui l'Aurelia si discosta dal mare e con un rettilineo infinito e monotono,
estremamente faticoso, supero Albenga e la strada riprende in salita la vista del mare.
Sono stanco ma le salite che avevo paventate riesco a superarle senza grandi difficoltà, e poi quando arriva la discesa mi rialzo e mi godo il panorama. Sulla destra l'isola Gallinara che introduce ad Alassio.

E' il primo pomeriggio ed il passaggio per la stradina a ridosso degli stabilimenti, i bagnanti in costume e ciabatte, mi fanno venire in mente i pomeriggi a Ladispoli. Non mi azzardo a cercare qui il posto per dormire,
ma vorrei fermarmi per godere del mare anche se la spiaggia è sovraffollata.
Mi fermo a fotografare le innummerevoli targhe e motti sul famoso "Muretto" e mi dirigo verso Laigueglia subito appresso, un po' meno snob.
Ance qui di alberghi neanche a parlarne - i prezzi sono improponibili -ma ci sono due campeggi.
Il primo è proprio un accampamento terrazzato, il secondo all'uscita del paese - dopo un primo strappo per Capo Mele che faccio necessariamente a piedi - è leggermente migliore e mi fermo qui.
Scelgo una piazzola occupata da una signora tedesca con la figlia, con cui scambio due parole.

Il camping è attrezzato con una navetta - guidata da un signore burbero - che mi porta al mare per un bagno,
purtroppo non troppo soddisfacente. Una bella pizza al ristorante del camping- gestito da una famiglia egiziana - una passeggiata serale al paesino per un gelato e finisce la serata.

Prima di ritirarmi in tenda mi preoccupo di coprirla con una specie di doppio telo: è qualche giorno che le previsioni del tempo minacciano pioggia. Sono molto stanco e mi addormento presto.  






30 Agosto: Capo Mele - Diano marina - Imperia -San Lorenzo - SanRemo

Il ticchettio sulla tenda tradisce l'incipiente inizio della attesa pioggia.
Sono le 7 e mi piacerebbe continuare a dormire ancora un po', come sta facendo tutto il villaggio, ma un'occhiata al cielo e un'altra al  "telo" che avevo messo aprotezione dell tenda., mi convincono che è meglio sbaraccare. Lo faccio in fretta e furia perchè se si scatena la pioggia non avrei riparo.

Sono le otto e sono ormai pronto per andare. Dormono ancora tutti e potrei risparmiare i i 10€ - nessuno infatti mi ha chiesto i documenti ieri, ma la mia anima candida non lo consente e sveglio la tenutaria.
Subito la discesa pericolosa in uscita dal camping e poi si riprende la salita per Capo Mele.
Non piove ma la mattina è uggiosa. Salgo con calma sulla statale poco trafficata: un paio di ciclisti scendono veloci sulla corsia opposta sull'asfalto bagnato.
Evidentemente il tratto più duro l'ho già superato perchè vado su che è un piacere: una galleria, il faro e poi la discesa fino ad Andora,. Qui la strada è piatta, risale per Capo Cervo immerso in una rigogliosa vegetazione e subito giù per Diano Marina.

Incredibilmente non piove, anzi le nuvole sul mare cominciano a diradarsi.
Mi ricordo di non aver fatto colazione e mi fermo al semaforo in un forno per un bel pezzo di focaccia
che mi rivitalizza.. L'uscita dalla cittadina di villeggiatura è attraverso un ponte su un canale, ma subito la strada si inerpica in modo intollerabile per i miei mezzi. Mi fermo dopo poco più di cento metri dell'"attacco
alla Cipressa, trampolino di lancio di tante vittorie alla Milano- Sanremo.
Non e per me : rigiro la bici e leggo le indicazioni del mio mentore: in fondo al viale Torino c'è la pista ciclabile che porta ad Imperia. Mi confondo tra le numerose bici che la percorrono, l'inizio in salita mi
attarda immediatamente specie nei confronti di una tracognetta estremamente agile, e veloce, sulla sua bici.

La pista non è così curata come le altre, anzi piuttosto squallidina : forse la giornata scura contribuisce.
Per fortuna è piatta e in breve si raggiunge Imperia: la pista termina con uno slargo, una specie di porto
di pescatori, una periferia degradata. Comincia a piovigginare e cerco invano riparo sotto gli archi, e decido di continuare seguendo l'onda del traffico.
La strada sale verso una sorta di belvedere costeggiando l'imponente mole dell'ottocentesco  Palazzo
delle Poste. Più sotto caseggiati e capannoni che impediscono quasi la vista del mare. Non ho molto tempo per distrarmi con il panorama perchè il traffico è intenso ed in breve sono nel centro storico di Porto Maurizio. Da qui una discesa agevole che mi fa superare una fila di auto in ....fila, e sono di nuovo al livello del mare. Traverso un sottopasso sotto l' Aurelia e mi rifocillo in un bar con cappuccino e cornetto in attesa che scemi la pioggerella insistente: ottimo alibi per un "little rest"!

Riprendo dopo una buona mezzora sull'Aurelia e dopo poco sono alla vista dell'abitato di San Lorenzo
dove inizia la pista ciclabile che mi porterà a SanRemo. La pista, ben segnalata all'inizio della cittadina,
è ben tenuta, ben asfaltata in rosso con panchine e fontane e aiuole e rastelliere, frequentata da famiglie in bici, corridori a piedi e non , passeggiatori. In molti tratti costeggia l'Aurelia, è pittosto piatta ed il mare
si vede poco.Insomma....una noia.
Le palette chilometriche - che si susseguono per i 25 Km del percorso - non aiutano, un pallido sole sembra rischiarare la giornata uggiosa ma finalmente l'alberata annuncia l'ingresso a SanRemo all'altezza del porto turistico. E' il primo pomeriggio.

Approfitto subito delle panchine sul lungomare per godermi la vista del mare accompagnato dalle grida dei bambini che più sotto, e nonostante la giornata, giocano in spiaggia.
Mi appisolo quasi mentre sulle altre panchine si avvicendano persone e storie. Una, quasi incredibile ma verissima nella sua drammaticità, me la racconta un distinto signore anziano dalla grossa corporatura che si siede accanto a me. E' uno "sfollato" dal terremoto che ha colpito pochi mesi fa l'Emilia.
E' di Mirandola e mi racconta con una grande nostalgia mista a tristezza la sua condizione di "ospite" presso
"amici" lì a  SanRemo, e il desiderio di tornare a "casa sua", una magione storica, grande e ristrutturata di recente. Ma il  ritorno è a rischio per una legge in apparenza assurda:  la sua casa è stata lesionata dal terremoto e dichiarata parzialmente agibile per cui non gli è consentito di abitarla o ristrutturarla,  il sindaco
però può tuttavia assegnarla "provvisoriamente" ad un suo scioperato dipendente napoletano per il solo fatto di avere famiglia con figli!     
Non so come consolare quella visibile disperazione di una persona anziana offesa dalla natura  e umiliata dagli uomini nel tempo del rispetto, il cui unico sfogo è confidarsi con uno sconosciuto. Non  so come rispondere o commentare le sue incredibili affermazioni :
Il mio rancore per le leggi e le prevaricazioni e le ingiustizie che generano  non può che aumentare.
Ci salutiamo con frasi di circostanza, e se ne va sconsolato.  

Mi avvio alla ricerca di un albergo ....economico. Mi accordo dopo una trattattiva: la sistemazione è in una camera doppia con bagno nell'ala ancora da ristrutturare di una ex  grande villa (forse una residenza per suore)  che affaccia sulla passeggiata a mare con un grande giardino. In realtà tutta la struttura da' l'immagine di trascuratezza ma la camera sembra pulita  e dopo una doccia prolungata mi abbandono al meritato riposo. Mi sveglio verso le sette in tempo per prepararmi per la lunga serata che avevo immaginato.

Prima un lungo giro in visita al caratteristico quartiere della Pigna, incluso un paio di "vasche" al corso del celebrato cinema Ariston; poi la lunga ed estenuante scelta del ristorante pizzeria dove poter consumare al minor prezzo la migliore pizza e birra 66cl ; poi - per passare un'oretta - lo spettacolo al teatro del casino', un po' noioso premiava i migliori eventi "Estate" delle cittadine della riviera - ed infine l'obolo obbligatorio da lasciare alle sale da gioco alla ricerca vana di un pò di adrenalina che purtroppo il giro della pallina non dà più: la speranza di una svolta - che sotto sotto presiede a questo vizio - s'è spenta da decenni !


La discesa nella notte dalle scenografiche scale del casino' ed il ritorno lento in albergo in una serata dolce ma un po' malinconica per l'esito infelice, non spegne il sorrisetto amaro di falsa superiorita' che mi accompagna.
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giovedì 17 gennaio 2013

ROMA NIZZA: IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012 - SESTA

27 Agosto Genova

27 Agosto.  E' un lunedi pieno di sole e finalmente mi concedo al previsto  "giorno di riposo"!.

L'ambiente giovane ed internazionale dell'Ostello mi fa ringiovanire o meglio....sono mai cresciuto?
Ci sarebbe da parlarne ma non è questo il luogo.  Da notare tuttavia che passano gli anni ma i tipi umani
non cambiano: non mi era già capitato nei primi anni '70 quando vivevo la mia epopea in autostop di essere caricato da Calais a Paris da un ragazzo barbuto che guidava il suo camper sgangherato pigiando l'acceleratore con il piede sinistro mentre il destro lo esponeva all'aria aperta in cerca di frescura ?, e non era questo un architetto australiano che, dopo aver lavorato in studio per sei mesi, dedicava l'altra metà dell'anno al ristoro dell'anima girando il mondo in lungo e in largo?
E non facevano lo stesso questi ragazzi che ho incrociato nell'Ostello quarant'anni dopo?
E dov'è la vita?
Io che non mi vedo in faccia, mi è sembrato di essere un loro coetaneo e scambiare esperienze e la mia - il temerario viaggio in bici  - mi sembrava degna di essere raccontata e le reazioni miste di incredulità apprezzamenti ed ironia non potevano che inorgoglirmi!

Genova è una città che ho incrociato molte volte ma che non conosco affatto. Oggi ho la possibilità di visitarla un pochino. Ridiscendo a piedi la collina, che ieri mi ha distrutto, sfruttando ora quelle scorciatoie fatte di scalinate, create dall'arguzia dei genoani e dalle necessità di tutti i giorni, di varie fatture: di ferro in pietra a tronchetti , ripide a tagliare gli innummerevoli tornanti da una via all'altra, oppure tramezzo a giardinetti ricavati da uno slargo, sfocianti tra le palazzine attaccate oppure infine su viali alberati.

Mi fermo in uno di questi giardini a respirare l'atmosfera di estremo relax e di frescura che due pini secolari consentono, a gustare la "focaccia" genovese....





 Al termine quasi della discesa la casa natale di Eugenio Montale: una bellissima sorpresa.













Inizio la mia passeggiata per la città vecchia entrando dalla porta dei Vacca nella famosa Via del Campo
celebrata dal genio poetico di Fabrizio De Andrè.
Sui muri della via incastonate in targhe di marmo alcune delle celebri frasi della canzone:
Tra tutte quella che ci ricorda che ..".. dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.."!!

Sono sempre stato affascinato dalle zone di degrado delle città.
Forse perchè è lì che immagino si svolga l'avventura vera della vita; lì dove i rapporti sembrano più veraci, i sentimenti più istintivi,
animaleschi quasi, le passioni incontrollate ed esplosive;
lì dove in qualche modo sopravvive una umanità che dai conflitti dalla miseria dalla rabbia trova la dignità del giorno per giorno, perlopiù disperata, una parte, piccola, il riscatto.


Via del Campo ed i vicoli intorno non differiscono dalle vie limitrofe al mercato di Ballarò o della Vucciria di Palermo, oppure dai vicoli dei Quartieri Spagnoli a Napoli.  
Stessa sporcizia, stesso disfacimento dei caseggiati, una manifesta e diffusa insegna di povertà.
Identica l'arte di arrangiarsi, gli stessi ragazzini che giocano in strada in apparenza abbandonati, lo stesso vociare di sottofondo; identica rassegnazione, identica assuefazione ma anche la stessa rabbia la stessa voglia di vivere le stesse risate la stessa allegria gli stessi colori...
Bieco romanticismo? "Pò esse"...Ma il resto? tra amebe e caimani qui si lotta per davvero.  

Più sfacciate, frammiste al viavai dei turisti e alle grida dei fruttaroli, passeggiatrici attempate con carni cadenti
e decollete' esagerati, mettono in bella mostra la loro mercanzia, sguaiatamente imbellettate, inguainate in abitucci corti che non le possono contenere, ammiccano senza equivoci lanciando i loro inviti osceni ad "un minuto d'amore" !
Mi soffermo ad immaginare, con ilarità ma anche con un certo ribrezzo, a quegli amplessi consumati in stanze fatiscenti di quei caseggiati decadenti.
Non mancano giovanottoni trans, nè i negozi dei cinesi con le loro improbabili luci blu.


 A mò di gazzetta cittadina, cartelli comunali? invitano la cittadinanza a non alimentare con sporcizia e mangime la già poderosa fauna di roditori che in questi vicoli fanno la pacchia!
Più avanti sempre attaccati ai muri manifesti in ciclostile a rivendicare una sollevazione popolare contro il tentativo di svendere l'anima del quartiere alla speculazione immobiliare - inclusi alcuni palazzi storici del 600 e 700 - spacciando l'operazione con una riqualificazione dell'area.



Via del Campo si sviluppa in salita proponendo un percorso turistico tra i vicoli verso locazioni di prestigio:
la Chiesa di San Siro, l'Accademia di Belle Arti, il palazzo dei Doria.Alcuni forni qui sono rinomati per la migliore "focaccia genoana". La strada sfocia alla piazza del Palazzo Ducale: bella la facciata, deludente l'interno, occupato com'è da uffici comunali e amministrativi e punti di ristorazione.

Poco più avanti la famosa Via Garibaldi con i sontuosi Palazzi delle storiche famiglie Genovesi: i Parodi, i Doria, il Palazzo del Podestà. Sarebbe bello visitarne gli interni con i saloni affrescati, ma la perniciosa  e perdurante mancanza di pecunia e l'ora tarda - sono ormai le due del pomeriggio - suggeriscono di desistere. mi avvio perciò a visitare il simbolo della città : La Lanterna, e lo faccio nel modo meno indicato: a piedi.
Il faro infatti è lontano dla centro dove mi trovo e non facile da raggiungere.









Un parco costruito ad hoc con cartelli esplicativi e fotografie dell'epoca, ne raccontano la storia.
La cosa difficile è immaginare che là dove ora c'è il cemento- che imprigiona perfino gli scogli residui su cui
era stata costruita la Lanterna - una volta c'era il mare!










 Uno sguardo dall'alto ai cantieri e al lavorio frenetico dei moli visibili a perdita d'occhio fino alla zona opposta dell'Acquario, dà la misura della vastità e dell'importanza del porto di Genova.
All'uscita dal parco una scritta sulla facciata di una costruzione indica che lì ha sede la storica e combattiva cooperativa dei Camalli, i lavoratori portuali.





 La passeggiata serale, motivata dalla voglia soddisfatta a pieno di un bel gelato, mi porta fin su alla Porta Soprana, l'altra porta delle vecchie mura medioevali, alla zona della movida , intorno alla suggestiva Cattedrale di stile pisano. Meno interessante invece- forse anche un pò pericolosa - la zona prospiciente il porto: anche la mattina il giro sotto i portici non era stato esaltante.















 Il ritorno in Ostello, questa volta in autobus, dura oltre quaranta minuti, rivalutando l'impresa a piedi del giorno prima. Saluto i compagni di stanza e Buonanotte!.
     
      



























mercoledì 2 gennaio 2013

ROMA NIZZA. IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012 - QUINTA

26 Agosto:  Rapallo Ruta Genova

Una dormita così lunga e profonda era un pezzo che non riuscivo a farla: ho difficoltà ad aprire gli ochhi, ma la luce del sole ed uno sguardo all'orologio, mi inducono ad alzarmi per evitare che mi caccino...

Oggi mi aspetta la salita del Monte di Portofino che però prendo lungo la Aurelia, tagliando così il parco nazionale e l'area di Portofino: perdo sicuramente in bellezza di panorama, ma seguire la costa forse sarebbe stato impervio per me e la vista che si gode dall'alto non è assolutamente trascurabile.
La salita è abbordabile e le soste a fotografare il golfo del Tigullio spezzano la fatica.......



















La nuvolaglia va diradandosi e la scena comincia ad illuminarsi, la salita si fa più pervia e sono costretto a scendere: non manca molto alla cima. supero il paesino di SanLorenzo sulla costa, dove è in corso una festa religiosa, ed in prossimità del paesino Ruta incrocio il miliare dei 500KM dell'Aurelia: una soddisfazione enorme che cerco invano di immortalare adeguatamente.

.....inizia la discesa del monte verso Recco dove arrivo di gran carriera verso le due.L'aria è calda e comincia qui uno dei momenti più belli della passeggiata: il cielo sul lato del mare è spazzato completamente dalle nuvole ed il mare ne riflette il blu.




 C'è pochissimo traffico.
















La strada costeggia in alto il mare che si estende all'infinito, il profumo dei fiori coltivati che ornano e fuoriescono dalle grate dei villini che si susseguono, così come quello della vegetazione che mi accompagna dalla mattina, riempie l'aria che è pulita e netta....
All'improvviso incastrata tra i muri una fontanella di acqua superfresca di cui approfitto immediatamente.
L'atmosfera è idilliaca ed è qui che provo quell'appagamento che motiva queste imprese.
Mi sento rappacificato, la mente che non smette un momento di commentare e fare programmi, mi suggerisce di mandare cartoline per condividere l'attimo. Anche a Camapanini, e benedico perfino il bisoprololo!

Il tratto che sto percorrendo sale da Recco verso Sori e poi Pieve Ligure e poi ancora Bogliasco.

....sono ormai alla periferia di Genova e mi preoccupo di chiedere la strada per l'ostello: le reazioni che ricevo - tra il drammatico ed il faceto - non esprimono appieno quello che mi aspetta....        
Entrato da Porta  dei Vacca  e superato piazza  della Nunziata, la strada si inerpica immediatamente e per oltre quattro chilometri
e quasi due ore non faccio altro che spingere la bici che si fa sempre più pesante, con la voglia di fermarmi ad ogni curva e dandomi continuamente del matto.














Quando arrivo all'Ostello sono ormai le cinque del pomeriggio e la poesia di qualche ora prima è super dimenticata e  mi chiedo....ma perchè lo fai?!!
L'Ostello Internazionale è ben strutturato, pulito, organizzato ed acogliente. Condivido la camera con una ragazzo israeliano di Gerusalemme ed un promotore finanziario di una banca svizzera originario di Aukland
che è diretto in SudAfrica....che forza!