Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

giovedì 24 novembre 2016

Il terzo viaggio in bici - 2013 L'Augustea - 1°Roma - Todi

30 Luglio - Roma-Nazzano
Tutto ci diceva di non partire.
Primo il tempo atmosferico che sembrava prenderci in giro con ampie schiarite e subitanee chiusure a scrosci violenti. La nostra voglia era messa a dura prova: è vero alle 8,30 eravamo in piedi ma l'orizzonte plumbeo
e il fragore dei tuoni non troppo lontani consigliavano un supplemento di riposo a letto.

Certo che la situazione di instabilità non si sarebbe protratta a lungo, mi muovevo come se avessimo rimandato solo di qualche ora. Ed infatti alle due, e forse anche prima senza le prevedibili lungaggini e le immancabili schermaglie, eravamo pronti. Impossibile fare la foto di rito perchè la macchinetta aveva le batterie scariche. Partiamo? Partiamo.Da dietro.
L'aria aveva rinfrescato anche troppo ed io necessitavo della preziosa maglietta della gallina, mentre Fra in completo nero con body blu!

Facile il passaggio da Tor Sapienza ma già al primo bivio iniziano le divergenze: lo so io dove si passa per arrivare a Saxa Rubra ! Non cedo. Porta del Popolo è la porta di uscita, (.....ma se passavamo da Villa Borghese era più bello...) poi la via Flaminia, Tor di Quinto, l'uscita per Labaro e finalmente il temuto accesso alla Tiberina.Tutto liscio. Ora sono circa 17Km di strada ondulata "allietata" qua e là da signorine
diciamo di facili costumi, perlopiù di colore. L'asfalto è un disastro ma per fortuna non c'è traffico. La mia bici nuova fiammante - una Bottecchia crosslite - va come il ventoe non fatico, Fra segue di buon passo.

A Lucus Feroniae comincio a cercare le indicazioni per Nazzano, che non è segnato. Proseguiamo e attraversiamo la zona industriale di Fano, poi superato il paese finalmente la deviazione aspettata.
Fin qui altro che fiume! un panorama povero e desolato accentuato dal grigio del cielo e dell'asfalto, ma dopo una rotatoria e il ponte sull'autostrada , all'improvviso tutto cambia: il cielo si è aperto e c'è il sole,
la strada ampia e in leggera discesa, ci siamo solo noi e l'allegria dell'avventura cominciata.
Arriviamo in breve ai piedi della salita per Nazzano: un tratto impervio che non so se saremmo stati in grado di salire. Ci fermiamo proprio davanti agli uffici amministrativi dell'area protetta di Tevere Farfa.

Proviamo a chiamare l'Agriturismo prenotato ed Aurora ci conferma che potrebbe essere possibile evitare la salita percorrendo l'argine del Tevere, ma c'è stata una frana e bisogna superare un tratto impervio.
La guardia del parco ci dà il suo consenso a "nostro rischio" e pericolo (lui non ci ha visto!)
Ci avventuriamo timorosi e in bello stile superiamo due tronchi crollati sul sentiero con le radici divelte che ostacolano il passaggio.Tutto qui?! Meno male! Secondo tronco e poco più in là...ah eccola la frana...
La massa di fango si è staccata dal declivo ed ha invaso il sentiero rendendo impossibile il passaggio delle bici. Dobbiamo sollevarle e caricarcele a mano...cercando soluzioni che non concordiamo mai! Chiama Juan con la sua notoria tempestività e abilità nel cogliere il momento. Sono preoccupato per la mia nuova bici.: ho paura di scivolare nel fiume con tutto il carico ma di più di rovinare ingranaggi e cambio. Ma non possiamo tornare indietro, come sugli scogli. Con sforzo enorme passo la mia ma per quella di francy decidiamo di togliere tutti i bagagli. L'avessimo fatto prima ! Con l'aiuto di uno jogger passa anche quella di Fra e con un po di tremarella rimontati i pacchi, riprendiamo il sentiero.

L'Agriturismo è qualche centinaio di metri più avanti ed anche se stanchi morti ed infangati, di più le bici,
arriviamo. Aurora è una secca spilungona nera di capelli e molto cordiale.
Vive lì con la madre e la sorella. Ha rilevato la struttura da qualche anno e si occupa di tutto dall'amministrazione all'orto. Il manufatto è un vecchio deposito di un mulino sul Tevere, che è stato ristrutturato per farne un ostello della gioventù e poi dato in gestione a privati.
Ha un'ampia area esterna con tavolini sotto un pergolato, al cui riparo mettiamo le bici, mentre la hall
è un misto di arredi hippies : cravatte appese, bamboline di pezza, poster e disegni lasciati da ospiti riconoscenti alle pareti, peluche sparsi che due bei canoni neri trascinano per ogni dove, un cesto di paglia
con ancora bamboline in vendita ed offerte "hand made" da una associazione anch'essa evidentemente naif.
Vendono anche generi alimentari biologici  di loro produzione:vino olio, pasta fatta in casa, verdure....
Questa è solo la Hall, un ambiente piuttosto piccolo, dietro c'è un ampia sale mentre le scale portano alle
camere. Aurora ci chiede se vogliamo cenare , ed accettiamo subito chiarendo però i nostril limiti di spesa.

Ci accordiamo . La stanza, la 22 è al secondo piano. E' ampia e spaziosa, adatta ad una famiglia, con un soppalco con letto e bagno e la agognata doccia. Ottimo. Siamo pronti per la cena che consumiamo nella
sala grande. Eccellente: antipasto di verdure stufate per la gioia di Fra, per me un piatto di fettuccine con funghi, fiori di zucca e basilico, per Fra un pollo petto e due cosce alla sacrofano!  ma senza peperoni che non digerisce, e quindi spinaci lessati ; 1/2 litro di vino che ci spaparacchiamo e fette di cocomero!
Sembrava ci conoscessero da sempre. La cuoca è la madre. Bravissima.

In fondo alla sala si tiene una riunione per "rivitalizzare l'area protetta": partecipano un rappresentante del wwf, alcuni dal comune, operatori economici, come Aurora, amici e simpatizzanti.
L'oggetto del dibattito è proprio la frana e lo stato di abbandono e poca manutenzione di una delle più grandi riserve della Regione Lazio. L'argomento è interessante ma a me è sembrato di sentire linguaggi e cadenze sessantottine. Chissà se quaglieranno.
Buonanotte!