Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

venerdì 21 giugno 2013

Il caso Cucchi, l’omicido di SanBasilio, il messo comunale.



Qualche giorno fa hanno suonato al citofono della mia abitazione.Un messo comunale doveva recapitarmi un verbale (leggi multa).Ho chiesto all’interlocutore  al citofono se dovessi scendere per ritirareil verbale oppure se preferiva salire al piano: ha scelto quest’ultima opzione.

Non entro nel merito di questo sistema arcaico di comunicazione tra il cittadino e l’amministrazione e quanto questo sistema consenta posizioni di favore e costi ingenti per le casse comunali.
 Il nostro stabile ha l’ascensore ma dopo dieci minuti non si era ancora presentato nessuno.Sento delle voci per le scale, mi affaccio: qualcuno al piano di sopra sta chiedendo dove trovarmi, lo avviso di scendere un piano. “Tra un po’ arrivo da Lei..” mi risponde a distanza, il messo che evidentemente stava recapitando altri verbali.

Passano altri minuti e si presenta un omone in abiti civili con fogli e penna.   
Irritato dall’attesa, lo apostrofo malamente chiedendogli conto del tempo impiegato per salire.   Mi risponde con arroganza: “….mi sta controllando il tempo?... vuole fare polemica?....”, reiterando le domande sempre più nervosamente.
Anch’io mi altero sempre più, non sopporto di essere stato lasciato ad aspettare, seppure in casa, per tutto quel tempo: lo ritengo una mancanza di rispetto ma di più una sopraffazione.        I toni della voce si alzano finché spazientito il messo “ …sono un pubblico ufficiale ….mi dia il documento …La denuncio…..” ; gli chiedo la motivazione, gli faccio notare che sta sulla porta di casa mia a fare quella piazzata, e fortunatamente il diverbio rientra, firmo e se ne va.
 Più tardi apprenderò, indirettamente, che ha raccontato l’episodio a persona di famiglia, anch’essa agente municipale, e di non aver proceduto con la denuncia grazie a tale familiarità    (a lui nota). Perciò  "mi ha graziato” !,  secondo il suo modo di pensare.


  La Dignità Umana – scrive Jurgen Habermas nel saggio “Il futuro della natura umana” – non è una qualità che si possiede per natura, come l’intelligenza o il colore degli occhi. Essa caratterizza piuttosto quella Inviolabilità cui soltanto rapporti interpersonali di reciproco ed egualitario riconoscimento possono dare significato.     


 Cosa hanno in comune gli aguzzini di Stefano Cucchi, la guardia giurata che in una lite stradale ha estratto la pistola ed ucciso un ragazzo di trent’anni ed, ad un livello incomparabilmente  meno drammatico, il mio messo comunale?
Secondo me la totale mancanza di un uguale riconoscimento per la persona dell’altro ; l’attitudine mentale per cui “io sono io e tu non vali un c….., e tu non sei nessuno”!;                    il piacere  di affermare il proprio potere (tanto più meschino quanto più misero) ;                         la certezza dell’impunità  (non potrei denunciarlo io per minacce ed abuso di posizione dominante? Per violazione della privacy, o addirittura per favoreggiamento? Certo: mi riderebbero dietro e dovrei temere le ritorsioni). 
Non è questo che hanno affermato i giudici del caso Cucchi?  a spregio delle ammissioni ("qualche calcio può scappare"?)!


Il raffronto è blasfemo? La citazione non pertinente?
Gli altri mi prendono per pazzo esagerato ed iracondo e tendono a dare ragione al messo comunale.