Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

giovedì 23 maggio 2013

IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012 - ROMA-NIZZA OTTAVA


 Sanremo - Mentone - Montecarlo - Nizza - 1 Settembre


La giornata comincia nel migliore dei modi ma non sapevo ancora come e quando sarebbe finita!

Sveglia di buon'ora aria fresca giornata meravigliosa.
Nel prezzo concordato c'è una abbondante colazione nel salone fronte mare che non posso non apprezzare.
Sono pronto per l'ultima tappa: il confine e Montecarlo. Anzi l'idea è fermarmi all'Etap di Menton e raggiungere il principato con il treno per l'ultima sfida alla sorte.

La pista ciclabile termina un km dopo l'albergo e subito all'uscita di SanRemo la strada inizia ad inerpicarsi
dolcemente con curve sinuose che esaltano il mio orgoglio di ciclista perchè salgo come un fuso: supero Ospedaletti e dopo la discesa le prime ville di Bordighera e poi senza soluzione di continuità Ventimiglia.
La fila chilometrica permanente di auto che si genera in questa città per il superamento di un incrocio
rimane per me un mistero, ma è così ogni volta - e sono ormai tante - che l'ho attraversata.

Approfitto del caos per raggiungere la stazione ed informarmi su prezzi ed orari per il ritorno a Roma.
Al bivio per il confine la strada sale verso il tunnel, e temo di non riuscire a salire, ma supero anche qiuesta.
All'uscita della galleria - per fortuna illuminata - pensavo di essere ormai a Mentone; in realtà mancano ancora 4/5 km di salite e discese alternativamente vista mare e vista monte.
Alla fine dell'ultima discesa, l'arrivo al varco doganale di ponte Lodovico mi riempie di soddisfazione!



                                                                                                                                     

Ci sono due ragazzi napoletani accanto al loro Tir in sosta: chiedo di essere fotografato.
Sorridono ironici quando gli dico che è da Roma che pedalo!





Il mare di Mentone e subito all'ingresso l'albergo dove avevo pensato di fermarmi.
Comincia qui il calvario della seconda parte della giornata. L'Etap è pieno ( fine settimana):
cerco invano una soluzione accessibile, ma richiedono come minimo 80€ per dormire: una follia.
Decido di andare avanti finchè non trovo. Sono neanche le due, ma questa cosa mi innervosisce.

Salito in qualche modo a CapMartin, mi riconcilio con il mondo con la vista ineguagliabile del golfo di Montecarlo che seppur visto ormai decine di volte è sempre speciale: fare in bici questi 5 km godendo - per lo più in discesa - ad ogni curva del panorama del mare e della vegetazione è ancora più speciale.

La piazza del casino' ha ogni volta una acconciatura nuova:  un luna park perpetuo con le sue sculture
pazzesche,  i giardini curatissimi di piante ed alberi i più esotici e rari, le grida di gioia dei vari gruppi di turisti che si affannano con le loro macchinette digitali, le auto superlusso che si trovano solo qui .
Per molti questa piazza rappresenta il regno del kitsch: a me da sempre gioia e voglia di vivere.
Celebro anch'io il rito fotografico, celio al telefono con Francesca e mi accomodo su una panchina per consumare una breve merenda: i miei coinquilini si stanno avviluppando e smanacciando di baci e carezze (più lei attempata che lui nero) incuranti del pubblico.

Mi soffermo a pensare alla professionalità di un giardiniere
intento alle sue mansioni e do' una occhiata preoccupata al cielo per metà plumbeo con nuvole minacciose che "franano" dal monte .

 Svanito il progetto di fermarmi decido di ripartire e raggiungere Nizza, dove sicuramente troverò l'albergo alla mia portata.


Imbocco sconsideratamente un tunnel: da una parte potrei andare alla stazione e prendere il treno fino a Nizza (scelta consigliata) dall'altro proseguo verso Cap D'Ail e Nizza : scelta appunto sconsiderata. Dopo poche decine di metri percorsi in galleria vengo fatto accostare dalla volante della police municipale che a sirene spiegata e minacciosa per le conseguenze blocca il traffico in entrata per consentirmi di uscire da dove ero entrato. Mi aspetto conseguenze perniciose ma evidentemente la mia aria di vecchietto sprovveduto fa breccia nel poliziotto più anziano che fortunatamente parla un po' di italaino e dopo avermi
fatto una ramanzina su regole e pericolosità, mi indica la strada che avrei dovuto percorrere.



Mi metto buono buono, rallegrandomi per lo scampato pericolo (il peggiore sarebbe stata una esosa multa)
e riprendo il cammino.La breve salita di Rocquebrune che diventa insostenibile man mano che mi avvicino a VillaFranca.
Mi fermo a scattare foto ad una serie di yackt megagalattici attraccati nel golfo.




Devo scendere dalla bici e risalire a fatica e per un lungo tratto le auto ferme in attesa del semaforo per entrare a VilleFranc. Sono nervoso e comincio ad essere stanco. Non mi godo il panorama o la strada che pure meritano, ma il cambio di programma mi costringe ad un supplemento di fatica che mi sarei risparmiato volentieri.







La strada ora è più percorribile per me e cerco di spingere per arrivare al riparo prima che si scateni
il temporale di cui si sentono, e si vedono, gli effetti tutt'intorno.Finalmente dopo una ennesima curva
in basso la baia su cui si appoggia Nice. Anche questa è una strada percorsa più volte ed il traguiardo imminente rinforza le energie. Una lunga discesa e sono al porticciolo, curva a sinistra sotto il castello
e lì in fondo l'ampio rettilineo della Promenade des Anglais. Cominciano i goccioloni e sono costretto a fermarmi per evitare la fracicata.
Approfitto per controllare l'ubicazione dell'albergo, non vicinissimo al centro, e finalmente un po' bagnato
ma soprattutto snervato non reagisconeanche alla tariffa che mi viene annunciata per dormire € 68,00!
Una vera beffa. Mi porto la bici in camera e mentre fuori finalmente il temporale scarica la sua riserva d'acqua, dopo una doccia calda, mi sdraio sul letto affranto.           

 
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