Sanremo - Mentone - Montecarlo - Nizza - 1 Settembre
La giornata comincia nel migliore dei modi ma non sapevo ancora come e quando sarebbe finita!
Sveglia di buon'ora aria fresca giornata meravigliosa.
Nel prezzo concordato c'è una abbondante colazione nel salone fronte mare che non posso non apprezzare.
Sono pronto per l'ultima tappa: il confine e Montecarlo. Anzi l'idea è fermarmi all'Etap di Menton e raggiungere il principato con il treno per l'ultima sfida alla sorte.
La pista ciclabile termina un km dopo l'albergo e subito all'uscita di SanRemo la strada inizia ad inerpicarsi
dolcemente con curve sinuose che esaltano il mio orgoglio di ciclista perchè salgo come un fuso: supero Ospedaletti e dopo la discesa le prime ville di Bordighera e poi senza soluzione di continuità Ventimiglia.
La fila chilometrica permanente di auto che si genera in questa città per il superamento di un incrocio
rimane per me un mistero, ma è così ogni volta - e sono ormai tante - che l'ho attraversata.
Al bivio per il confine la strada sale verso il tunnel, e temo di non riuscire a salire, ma supero anche qiuesta.
Ci sono due ragazzi napoletani accanto al loro Tir in sosta: chiedo di essere fotografato.
Sorridono ironici quando gli dico che è da Roma che pedalo!
Il mare di Mentone e subito all'ingresso l'albergo dove avevo pensato di fermarmi.
Comincia qui il calvario della seconda parte della giornata. L'Etap è pieno ( fine settimana):
cerco invano una soluzione accessibile, ma richiedono come minimo 80€ per dormire: una follia.
Decido di andare avanti finchè non trovo. Sono neanche le due, ma questa cosa mi innervosisce.
La piazza del casino' ha ogni volta una acconciatura nuova: un luna park perpetuo con le sue sculture
pazzesche, i giardini curatissimi di piante ed alberi i più esotici e rari, le grida di gioia dei vari gruppi di turisti che si affannano con le loro macchinette digitali, le auto superlusso che si trovano solo qui .
Mi soffermo a pensare alla professionalità di un giardiniere
Svanito il progetto di fermarmi decido di ripartire e raggiungere Nizza, dove sicuramente troverò l'albergo alla mia portata.
Imbocco sconsideratamente un tunnel: da una parte potrei andare alla stazione e prendere il treno fino a Nizza (scelta consigliata) dall'altro proseguo verso Cap D'Ail e Nizza : scelta appunto sconsiderata. Dopo poche decine di metri percorsi in galleria vengo fatto accostare dalla volante della police municipale che a sirene spiegata e minacciosa per le conseguenze blocca il traffico in entrata per consentirmi di uscire da dove ero entrato. Mi aspetto conseguenze perniciose ma evidentemente la mia aria di vecchietto sprovveduto fa breccia nel poliziotto più anziano che fortunatamente parla un po' di italaino e dopo avermi
fatto una ramanzina su regole e pericolosità, mi indica la strada che avrei dovuto percorrere.
La strada ora è più percorribile per me e cerco di spingere per arrivare al riparo prima che si scateni
il temporale di cui si sentono, e si vedono, gli effetti tutt'intorno.Finalmente dopo una ennesima curva
in basso la baia su cui si appoggia Nice. Anche questa è una strada percorsa più volte ed il traguiardo imminente rinforza le energie. Una lunga discesa e sono al porticciolo, curva a sinistra sotto il castello
e lì in fondo l'ampio rettilineo della Promenade des Anglais. Cominciano i goccioloni e sono costretto a fermarmi per evitare la fracicata.
Approfitto per controllare l'ubicazione dell'albergo, non vicinissimo al centro, e finalmente un po' bagnato
ma soprattutto snervato non reagisconeanche alla tariffa che mi viene annunciata per dormire € 68,00!
Una vera beffa. Mi porto la bici in camera e mentre fuori finalmente il temporale scarica la sua riserva d'acqua, dopo una doccia calda, mi sdraio sul letto affranto.
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