Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

lunedì 19 novembre 2012

ROMA NIZZA - IL VIAGGIO IN BICI DEL 2012 - SECONDA

Da Ladispoli a Castiglion della Pescaia in quattro tappe - 17 - 20 Agosto  (estratti dal diario)

2° Tappa ...fortunatamente la strada fatta in più ieri me la ritrovo oggi:
scavallo, a piedi,  per l'ennesima volta la ferrovia e mi ritrovo sull' Aurelia all'altezza di Cerenova.
La corsia di emergenza è in questo tratto bella larga e questo consente una procedura tranquilla in sicurezza.
Fa caldo ma la bici va,  rallentata nei falsopiani e a tutta callara nelle poche discese.

La salita di Santa Marinella, che avevo paventato, la supero con bello stile ad eccezione dell'ultimo tratto
che sfocia in una piazzetta con una bella fontana. Sosta prolungata e via di nuovo.
All'ingresso a Civitavecchia sono esausto ed accaldato sono le due del pomeriggio ed è quasi tre ore che pedalo.Purtroppo il camping è nella zona nord, dopo la centrale Enel, all'interno della fitta pineta.

All'ingresso un prato verde rasato e curato non riesce a mascherare l'assoluta indecenza dei servizi.
La struttura del campeggio - molto esteso - è, come ormai imparato, identica agli altri con viali e sovrastrutture.La pineta non garantisce una frescura sufficiente.
La spiaggia non esiste: un viale polveroso è rialzato sulla bassa scogliera ed il mare è infestato fino a largo da una colonia di alghe che in alcuni punti trattengono schiuma e sporcizia. Alcuni bambini ignari giocano in questo lerciume sotto lo sguardo di madri disattente.
Gli alti camini della centrale a sinistra aumentano la sensazione di degrado, mentre girando lo sguardo verso il sole il mare nella luce del pomeriggio si presenta piatto ed invitante.
Purtroppo neanche qui me la sento di bagnarmi. Sono deluso e stanco 

.........Ritorno al punto di aggregazione, il teatro, attratto da musica pop e salsa : è in corso una lezione di danza del programma di animazione. Quattro stagionate inquartate si muovono in formazione "hully gully"
tentando di seguire le movenze sinuose e sensuali della leader.

E' questa una ragazza sulla trentina mora, carina e bene in carne, con la ciccia morbida ma soda ;
la pelle bianca non abbronzata contrasta con le colorazioni sguaiate delle allieve. Indossa un paio di pantaloni alla indiana ampi e leggeri, ma gli occhiali scuri impediscono di scrutarne espressioni ed emozioni.
 Muove anche e braccia con maestria  ed eleganza ed una qualche dose di sensualità provocatoria, ma assolutamente naturale; complice la stanchezza, mi illanguidisco nel piacere di assistere alle movenze di tutto il corpo della giovane che accompagna con semplicità ed  istintivamente il ritmo della musica.
Al gruppo si aggiungono di quando in quando alcune giovanette e bambine rendendo la visione ancora più piacevole....


3° Tappa -  .Alle 11 sono pronto a ripartire bello riposato. La direzione è verso Marina di Tarquinia lungo la "strada provinciale litoranea" che si sviluppa a zig zag attraverso la campagna costretta a disegnare i confini dei campi,  triplicando un percorso in linea d'aria - e sicuramente lungo la spiaggia - di pochi chilometri.


Siamo distanti dal mare ed il paesaggio dei campi è monotono: i lunghi tratti in rettilineo tagliano le gambe,
ogni tanto si incrocia la ferrovia e via a superare il cavalcavia, l'acqua che ho consumato in abbondanza scarseggia e dove possibile mi fermo all'ombra, ma perlopiù costeggio campi senza vegetazione.
Sono molto nervoso perchè è solo fatica.
Finalmente il deserto, di case e di auto, termina in un lungo viale alberato con ville ed abitazioni: in una di queste si sta svolgendo un rumoroso campo scout segnalato da ampi cartelli.
Siamo in località Montalto di Castro e la strada sfocia, allontanandosi ancora di più dalla costa, nell'ennesimo cavalcavia sulla ferrovia e quindi sull'Aurelia.
L'impatto con il calore dell'asfalto toglie letteralmente il fiato : poco prima ero riuscito a rifocillarmi in un avamposto da Fort Apache: un ditributore di benzina con tanto di bar ed al di là una piazza senza ombre
assolata alla De Chirico. E' l'una dell'orologio, il mezzogiorno del sole.

Decido di fermarmi comunque perchè in pochi metri sono un bagno di sudore e con la salivazione azzerata.
mi asciugo e bevo all'ombra di un cespuglio rinsecchito.
Mancano sette chilometri all'uscita di Montalto  ma  il famoso nastro d'asfalto si presenta in tutta la sua implacabilità e lo stesso fa il sole che non ti risparmia di certo, grande e fisso nel cielo sgombro.
La luminosità è talmente forte che quasi trapassa le lenti delle polaroid.
Le poche auto che sfrecciano spariscono in un secondo: da un finestrino aperto una ragazza urla
"sei un grande....". Non so se essere d'accordo, ma consola ed aiuta.

Finalmente il "guado"  è attraversato e proprio all'uscita dalla statale due meravigliosi ed imponenti  pini
raggruppati  stendono la loro ombra su un chiosco di frutta e verdura. Non mi sembra vero ed in un attimo mi ritrovo seduto su una sedia tipo bar - comodissima - ad addentare avidamente un enorme pomodoro rosso e succoso!. a morsi, quasi alla selvaggia.

... La pineta che fronteggia il mare e corre quasi ininterrottamente lungo la costa da Fregene a Viareggio, è per queste cittadine una vera e propria manna, ed ancor più lo è per i concessionari di aree per il campeggio
che in questo periodo sono stracolmi di...stanziali.! e che fanno una barca di soldi, inventandosi tariffe e tagliole. Il Camping Pionier è quello che ho scelto - quasi obbligato.
Qui la sorpresa è il costo del posto tenda venduto  a pacchetto "..per un minimo di due persone..." : cioè sono solo ma devo pagare per due!. Sono troppo stanco per rifiutare ma mi riprometto di segnalare questo comportamento nella rubrica, piuttosto popolata, degli "Straccioni".

4° Tappa ...Volevo evitare di tornare sull'Aurelia ed il tizio del campeggio aveva suggerito di passare per i laghi di Capalbio, dopo Pescia Romana. Un percorso ciclabile molto frequentato dove avrei apprezzato la flora e la fauna lacustre. Decido però di proseguire sulla statale per non allungare troppo.

L'aria questa mattina sembra più fresca ed,  anche se devo affrontare i saliscendi che si susseguono fino a Capalbio, proseguo senza grossi spasmi , la bici ben equilibrata ed il peso non lo sento: è una strada familiare fatta molteplici volte in macchina. Ogni tanto mi fermo sotto i pini che in questo tratto , ci stiamo avvicinando all'Argentario, si intensificano ai lati della strada. Anche il panorama si modifica: il mare non si vede mai
ma la vegetazione rigogliosa sulle colline segnala l'approssimarsi di Ansedonia .
Supero di seguito le uscite per Porto Ercole e Porto S. Stefano, da cui si raggiungono il Giglio e Giannutri..

Orbetello scalo è a 10 Km ma non si arriva mai, la strada è pianeggiante e scorre veloce .
Albinia, la frazione sulla statale, è una contrada con poche case lontane da tutto, anche se non distante dal mare. Non c'è niente di particolare.
Arrivo finalmente alla zona dei campeggi che raggiungo dopo aver superato un cavalcavia sull'Aurelia.:
il primo campeggio che trovo va più che bene.

Finalmente faccio un bel bagno a mare: il panorama include il promontorio dell'Argentario con le sagome del Giglio e dell'Elba che si stagliano come ombre grigie tra la foschia che il calore produce in evaporazione all'orizzonte......

5° Tappa.   Ho un altro protagonista per la rubrica degli straccioni: la cassa del campeggio! 

Risalgo il cavalcavia e sono di nuovo sull'Aurelia che in questo tratto è privo di corsia di emergenza.
Me ne accorgo dai TIR che sibilano sfiorandomi. Il tarffico è intenso e per garantirmi l'incolumità sono costretto a fermarmi alla prima piazzola di sosta, per fortuna poco lontana.
La sensazione di aver sfiorato la tragedia è manifesta guardando i TIR che si susseguono in continuazione.

Sono in trappola, e decido di aspettare l'ora del pranzo con la speranza che il traffico diminuisca!
Mi stanco presto ad aspettare  e decido di affrontare il tratto di poco più di un chilometro che mi separa dall'uscita per Talamone. Indosso il giubbotto di sicurezza e mi avvio ... a piedi.
 Si tratta di superare un curvone delimitato da un muretto: lo spazio per me e la bici è praticamente inesistente. Sono poco visibile ed anche se il primo Tir allarga la traiettoria per non prendermi, così potrebbe non fare il secondo o il terzo che seguono in sequenza, come vagoni di un treno, lanciati ad oltre cento all'ora. Più volte mi fermo facendomi scudo con la bici e addossandomi al muretto.
Ho proprio paura e sono consapevole del pericolo. Non posso biasimare i conducenti perchè l'azzardo è solo mio. Dopo circa quattrocento metri esco dal curvone e sono più visibile: dopo poco posso salire sulla bici perchè in prossimità dell'uscita.
Me la sono vista brutta.!

......Come mi avevano già informato il Parco dell'Uccellina non è attraversabile.
Non me la sento di proseguire sull' Aurelia perchè tutti gli interpellati mi hanno dato del matto.
Per raggiungere Grosseto devo deviare per ....Montania. Appunto: 13 Km di salita.!

Ormai ho impaarato: all'inizio la salita non è mai così dura e quasi mi compiaccio per riuscire a farla.
Ma ben presto arriva il punto che non vado più avanti, il sudore a fiotti, le gambe non spingono , il cuore supera la soglia fatidica : devo scendere e spingere.
Non mi dispiace camminare. Non passa un'anima, le fattorie sui cucuzzoli che di volta in volta supero sono rade, il latrato dei cani ad ogni passaggio rompe il silenzio. Il caldo non è così insopportabile......

....Alla fine della discesa mi ritrovo sull' Aurelia alla periferia di Grosseto: da qui la "ciclabile"  mi porterà al mare. Sono irritato e piuttosto stanco. Mi aspettavo una strada attrezzata per ciclisti, mi ritrovo una stradina che corre parallela alla provinciale, anzi si dilunga per campi e fossi. E' pomeriggio, siamo in una fossa e l'aria calda quais soffoca..

.....Stoicamente continuo la marcia, all'orizzonte si vede il riverbero del mare; la stradina finisce nella pineta.
Tutto bruciato. Lo sapevo ne avevano parlato al Tg: il calore - o meglio ancora piromani assassini - hanno
incendiato la pineta che è bruciata per diversi ettari. Uno scempio.
Proseguo per altri 17 cjilometri fino a Castiglion della Pescaia: Ho percorso oltre 60 KM.     
   

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