La colazione della mattina è un pò ....antica....
Pronto alla partenza. Supero Faleria e proseguo con la strada piana verso Capo Suvero e Lamezia Terme, il centro più importante di questa area, con l'aereoporto internazionale.
Il pompista di un distributore dove mi sono fermato per una breve sosta mi convince a non fare l'itinerario per Vibo Valenzia, che avevo scelto per tagliar fuori il promontorio di Tropea: la strada sarebbe ugualmente faticosa, con una bella salita per Vibo, ma senza il panorama marino.
Punto perciò verso Pizzo Calabro con l'intenzione di fare un bel bagno.
Dopo un pò la strada si addentra in una boscaglia e si intuisce che al di là c'è il mare.
La stanchezza si fa sentire accentuata da un paesaggio piatto e noioso.
Arrivo finalmente ad un bivio proprio sotto i piloni dell'autostrada che si ergono come giganti novelli alti quasi 100 metri: uno spettacolo dell'ingegneria che merita una foto.
Giro a destra lasciando la SS18 ed arrivo in leggera discesa; cerco invano un posto per il bagno ma sono costretto a salire...anzi a scendere dalla bici perchè il paese è sopra una rocca. Arrivo alla Piazza della Chiesa di Piedigrotta - antica e famosa - ma che non posso viistare perchè sono le due passate.
Decido di non visitare neanche il paese - che sono certo meriterebbe - e mi soffermo ad una bellissima fontana fresca dove mi abbevero e rinfresco lungamente, quindi scendo per una ripida discesa alla ricerca della spiaggia ....che non c'è!.
Sono furioso: vorrei fermarmi ma non ci riesco.
La strada risale verso Vibo Marina che è però distante 5 Km .....di salita ovviamente.
La spiaggia di Vibo, quella non privata, si allunga lateralmente al...porto industriale con alle spalle una bella fila di cisterne arruginite,! La stanchezza mi fa vincere la repulsione per l'ottusità della politica e mi immergo nelle acque calde....e non troppo pulite.
Arrivo a Briatico, un paesino per le vacanze, e,dopo il solito giro delle sette chiese, trovo posto in un albergo
quasi all'uscita. La notte non sarà tranquilla perchè fino alle due di notte un pasticcere distribuisce "cornetti notte" ad una frotta di ragazzini ininterrotta!
VENERDI' 5 AGOSTO - BRIATICO -GIOIA TAURO
La mattinata è fresca e pulita e subito fuori Briatico, la strada costeggia dall'alto il mare con sullo sfondo il golfo e Tropea: le numerose costruzioni si fanno sempre più ricche ed esclusive mano mano che ci si avvicina al centro vacanziero.
Un cavalcavia consente di evitare l'attraversamento della cittadina e questo non mi dispiace: avrei perso troppo tempo.
La strada si inerpica e poi riscende più volte: questi saliscendi sono micidiali per la mia resistenza, in più oggi fa piuttosto caldo. Non c'è passaggio da Capo Vaticano quindi bisogna salire fino a Ricadi, che raggiungo dopo circa un'ora di sali e scendi....dalla bici! la pendenza non è per me.
Il mare è bellissimo sotto di me, ma dovrò continuare a vederlo dall'alto: dopo Ricadi infatti una ingannevole breve discesa mi conduce all'ennesima salita, che faccio disgustato nel deserto più assoluto.
Finalmente arrivo in cima ed inizia una ripida discesa che fortunatamente posso fare al centro della carreggiata, perchè non passa nessuno: la strizza è al massimo livello perchè dallo sprofondo mi separa un esile guardrail. Anche qui cerco di non farmi prendere dal panico ed evito di guardare sotto il bellissimo panorama sul mare.
Arrivo a Nicotera e mi fermo per un gustare un gelato favoloso e rinfrescante: da sopra si vede la lunga striscia di sabbia che ormai arriverà fino a Palmi.
Dopo chilometri di campagna senza alcuna indicazione, mi ritrovo a San Ferdinando, uno squallido paese agricolo con le strade che si incrociano ortogonalmente e le palazzine di due piani ingrigite di cemento.
La piazza principale, squadrata con la solita coreografia di panchine occupate da vecchi e molteplici capannelli di perditempo a chiacchierare. Non c'è una fontana! dove rinfrescarsi.
Ed anche se sul mare non c'è neanche un albergo ...accessibile.
Scappo e subito fuori il paese una rampa mi porta all'ingresso del famigerato "Porto di Gioia Tauro"!
Un'altra cattedrale nel deserto - territorio privato di camorristi - con una autostrada a quattro corsie riservata ai Tir ....deserta! Dopo 500 metri uno svincolo mi riporta sulla SS18 subito dopo Rosarno! Chiuso il cerchio.
Mancano meno di dieci chilometri a Gioia Tauro, tutti in pianura.
Tagliata in due dalla statale una tenuta enorme di ulivi mi accompagna per qualche km fino all'ingresso della cittàdina.L'indicazione che mi danno per l'albergo è di quelle con i fiocchi: vicino alla stazione ferroviaria c'è il più antico albergo di Gioia Tauro il Florimo: Per 25 € il Sig. Francesco, un personaggio, mi assicura la disponibilità della camera ed il ricovero della bici.
Finalmente un ambiente di altri tempi, consono ai luoghi ed il proprietario è veramente una persona interessante: ingegnere, insegna al tecnico locale, ama i ciclisti e per questo raccoglie le loro firme su una agenda.E' conosciutissimo all'estero, Olanda e Germania, ma la sua passione più singolare - aiutata da una cultura classica non indifferente - è la raccolta ed il restauro di...Giare antiche! come un personaggio di Pirandello.Alcune le disegna e le fa cuocere a Soverato!
Ho camminato per quasi 5 ore e sono stanco. Dopo una bella doccia, vado alla trattoria convenzionata con l'albergo che nel menu' a 12 € mi offre :un primo di ...... con sugo di melanzane e capperi buonissimo, un trancio di pesce spada arrosto che occupava tutto il piatto con patate arrosto, la frutta ed un cicchetto.
Ma come fanno?!!!
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