Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

martedì 18 ottobre 2011

IL VIAGGIO A REGGIO C. (estratti dal diario) - 5

Mercoledì 27 Luglio - AGROPOLI - CASALVELINO

.....la strada - SR 67 - deve tagliar fuori sia il Monte Tresino che il successivo Monte Licosa, due promontori di 300mt che racchiudono il golfo di Castellabate e Punta Licosa., entrambi parchi marini protetti: so che sarebbe bello andare ma io non posso. Lascio Agropoli sulla destra, attraverso un ponte sul torrente e a sinistra subito inizia la salita, non dura se riesco a farla, ma dopo il primo tornante l'ambiente è quello della collina, anzi quasi montagna emi fermo a fotografare il benvenuto della "Comunità Montana del Monte Stella" :  sono ai margini dell' Appennino lucano che salirà, per affari suoi, fino avette di 600, 1200, 1800 metri!.......

Salgo, tra una sosta e l'altra, piuttosto agevolmente: mi attardo a scattar foto ed a cercare fichi che però sono tutti acerbi. Scopro però proprio al culmine della salita degli alberi di susine, bianche e nere, e ne raccolgo qualcuna. Smadonnando per lo sforzo, salendo dall'altro versante,  una ciclista con due sacche arancioni "sui generis" stragonfie, in piedi sui pedali sta affrontando l'ultima rampa: le corro incontro per incoraggiarla a non mollare e le offro una susina, che gradisce perchè riesce a trovare il fiato per ringraziarmi ed offrirmi un sorriso.....che bella la solidarietà tra "ciclisti"!!?

Mi rimetto in bici per affrontare la discesa che in apparenza è ben più in pendenza della mia salita. Meglio così. Arrivo a Castellabbate che si mostra nella conca del mare azzurro con i suoi tetti rossi e file di pini ed olivi secolari, immancabili lungo quasi tutta la costa.: è quasi l'una e la luce del sole esalta una atmosfera di nettezza e frescura..........

....una nuova discesa ma ad un bivio ricomincia la salita! Sono scoraggiato e decido di non farla: il bivio scende verso il mare e scelgo la discesa.Lo spiazzo al termine è piuttosto desolato e occupato da qualche barca ed un paio di auto. Raggiungere Agnone, mi conferma un astante, è questione di un tratto di spiaggia:
 solitamente il passaggio c'è. Impiegherò oltre un'ora a trascinare la bici sugli scogli con sforzi quasi impossibili: lo strato di alghe secche che aveva facilitato il primo tratto lascia spazio a scogli e sassi che mi obbligano a sollevare di peso la bici con tutto il suo carico. Son le tre del pomeriggio e se inizialmente mi ero rallegrato per averla data ....in culo alla salita, adesso mi do dello stupido per la scelta assurda.
Ma non posso tornare indietro: la fatica sarebbe analoga e poi dovrei affrontare la doppia salita.
Il tratto di scogli  è superato!
Lascio la bici con il mare che la lambisce, e vado in perlustrazione: c'è una roccia stratificata a balze, quasi liscia, poi di nuovo le alghe secche: con uno sforzo sovrumano trascino la bici su per la roccia liscia.
Le onde rischiano di bagnare le borse con tutti i vestiti, ma sono fortunato perchè la bici supera di slancio il  gradone e scorre lungo la roccia liscia e, quasi senza accorgermene sono sulle alghe,poi sul  brecciolone ed infine sull'acciottolato della spiaggia. Sono esausto ma insiema ad un sospiro di sollievo, ho un ghigno di soddisfazione: avrò impiegato un'ora per fare 200 mt di spiaggia, ma non ho fatto la sailta!

Purtroppo mi accorgerò più tardi che il passaggio sugli scogli non è stato indenne: si è spezzato un raggio e la ruota posteriore tocca il telaio.Sarò costretto a fare i successivi  4/5 km in salita a piedi, finchè non inizia la discesa per Acciaroli, Pioppi ed infine CasalVelino.
Siamo nella zona di ELEA l'antica colonia greca che ha visto le imprese di Parmenide e Zenone , ma apparentemente - come diceva De Crescenzio - non c'è traccia degli antichi fasti.

Trovo riparo per la notte in un campeggio a CasalVelino. Dopo aver montato tenda e brandina con molta lentezza perchè sono molto stanco, ceno con latte e biscotti, e dopo una doccia a tempo, mi vesto e vado in giro per il campeggio. Arrivo al teatro dove si celebra la serata del Karaoke: una pena paurosa.
Ma c'è un gruppo di ragazzine che mi fanno ridere tanto, per la vitalità, le battute e le risate che si fanno.
La mia ilarità ho l'impressione sia facilitata da uno stato leggermente febbricitante.
Sono ragazzine di 12 /14 ani ed il culmine lo toccano quando due loro amiche salgono sul palco e si esibiscono con la canzone "Calore", e le accompagnano in coro con grande allegria. Le parole sono provocanti - voglio calore sulla mia pelle, voglio scintille, voglio anche le stelle... - e le ragazzine sono estremamente convinte e consapevoli di ciò che cantano!....


Giovedì 28 Luglio - ELEA - PALINURO 


Mi crogiolo al calore del sole che batte sulla tenda. E' bello il mare nelle prime ore del mattino ma le scorie notturne hanno lasciato il posto ad una bronchite non da poco: ho il petto dolente e non riesco a fare un respiro profondo. Saluto Andrea, il ragazzo di Asti -anche lui diretto a Reggio ma a velocità doppia della mia - con cui ho condiviso lo spazio tende, e riparto.

.....s'erano fatte le tre e sembrava aver spiovuto: anche se l'asfalto era bagnato non mi andava di stare ancora lì ad Ascea, così saluto e mi avvio. La strada ora è in discesa e procedo con molta attenzione; alla fine della discesa riprende a piovigginare e mi riparo sotto le frasche. Non ci sono lampi e non sono preoccupato, solo contrariato dalla pioggerellina fastidiosa e continua che non sembra voler finire.
Arrivo alla zona della frana segnalata da complessi cartelli di allarme. L'atmosfera è in generale piuttosto cupa, il cielo grigio ed il mare lontano.
Per  recuperare la frana hanno pensato bene di costruire dei terrapieni con una pendenza del 12%: la strada bagnata fa slittare alcuni camper che procedono a passo d'uomo. I terrapieni sono due ed io sono costretto a spingere la bici, pancia a terra parallelo al terreno.
Ce la faccio con un po' di fiatone e mi attardo a prendere qualche foto che però non rendono nè la difficoltà della strada, nè il pathos del momento.



...dopo poco la strada  ridiscende verso Pisciotta - il paese dell'Ulivo e della bandiera blu - il mare sotto è grigio e sullo sfondo il promontorio di Palinuro. Vorrei fermarmi perchè sono molto stanco e poi visitare il rinomato borgo medievale. L'occasione potrebbe darmela un alberghetto lungo la strada che offre un pranzo turistico a 10€; cerco invano qualcuno che apra o risponda alle mie chiamate. Sono le cinque del pomeriggio
ma l'albergo sembra chiuso. Sono costretto a ripartire a malincuore saltando un trafficatissimo centro del paese.
Finalmente dopo una decina di km, fortunatamente per lo più in discesa, la sig.ra Angela del B&B Raggio di Sole, a 3 km da Palinuro, acconsente ad ospitarmi e posso finalmente riposare.
In mattinata un tizio, dal ciclista di CasalVelino dove avevo fatto riparare la bici, mi aveva confermato  che fino a Palinuro erano 30 Km "ma vedrai saranno come 100Km" . Aveva proprio ragione.



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