Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

lunedì 9 gennaio 2017

L'Augustea - 3° Orte - Baschi

Non si può dire di aver passato una nottata riposante. Il letto per due è stretto!
Lei mi accusa di russare, io non posso muovermi per non urtarla: alla fine la mattina arriva.

a colazione ancora con la coppia romana : sono lì per le terme che giudicano positivamente: sono tranquille, ad eccezione del weekend, e lì trascorreranno l'intera giornata.
Per noi la scommessa sul percorso migliore era tra Giove, con l'impervia salita di Perna in Tiberina, oppure passare per Bomarzo e Attigliano. Seguiamo quest'ultima opzione suggerita da Mario, anche perchè, complice la necessità di prelevare cash per pagare la notte, si offre di accompagnarci con il suo SUV.
Non solo evitiamo il tratto di ripida salita per riportarci sulla strada principale, ma ci accompagna fino all'imbocco della Viterbese: un bell'aiutino.

Bellissimo! Giornata splendida ! Carichiamo i bagagli sulle bici con l'accompagnamento incessante e rumoroso del latrato di un cagnolino che però non osa avvicinarsi.. Partiamo. La meta di oggi è Baschi, dove abbiamo prenotato il B&B. La strada è semplice e non troppo trafficata; al bivio per Bomarzo inizia una
bella salitina che ci accompagna per 3/4 Km e che superiamo in bello stile.
Entriamo nel paese e ci fermiamo presso una fontana: sosta prolungata con l'intermezzo comico di un operaio dalla battuta sagace.
Quindi giù per la discesa, il cui primo tratto troppo ripido facciamo a piedi,  impegnativa per sette lunghi chilometri ma che alla fine ci riserva una sorpresa: non dobbiamo arrivare ad Attigliano, la deviazione per il lago di Alviano è 3 km prim! ne risparmiamo quasi 6! Bravo Mario, ha vinto la scommessa , e glielo diremo con una mail, ma ci ha fatto anche un bel favore.

Al bivio però ricomiincia una bella salita prima tra la vegetazione poi, attraverso i campi. Il Tevere si intuisce sulla nostra destra, ma non lo vediamo mai. Fra è nervosa perchè la bici non va, la mia invece specie in pianura vola con poca fatica. Non si vede anima viva in giro. Entro in un paesino e mi fermo ad aspettare Fra attardata. Lontano nei campi qualche trattore alza la polvere, per il resto una atmosfera di fermo, di attesa
che qualche cosa succeda. Anche io mi siedo placido all'ombra di un giardinetto: è quasi l'una e fa caldo, ma non se ne risente ancora.
Alla fine arriva Fra che si lamenta perchè il portapacchi della sua bici la rallenta. In effetti è sovracaricato,
non centrato e mal distribuito: le borse sono troppo lunghe lo decentrano e vanno a toccare la ruota, aumentando la fatica. Per di più il cambio è duro: in salita è costretta ad andare con un rapporto troppo lungo.La ruota è sgonfia........
Troviamo una soluzione nello scambiarci le borse: le mie sono più corte e non interferiscono con la ruota.
Risaliamo in bici rinfrescati e rinfrancati.

Al bivio all'altezza della riserva di Alviano, passiamo il ponte sul Tevere: pieno e maestoso.
Rimaniamo però appesi perchè non siamo certi della direzione, ma non passa nessuno. Il sole adesso picchia con il suo bel calore e finalmente, dopo una decina di minuti, riusciamo a fermare un furgoncino e l'autista
oltre a raccontarci  la sua vita da ciclista, dopo averci tenuto per diversi minuti in mezzo alla strada, valutati i pro e i contro di scendere sulla ciclabile sull'argine - cosa sconsigliatissima da noi, vista l'esperienza precedente, ci indica la direzione giusta per il nostro B&B: ancora sei chilometri.

Traversiamo dopo una breve salita il paese di Alviano e proseguiamo in una strada isolata con alti e bassi : sembra che non si arrivi mai. Ancora una salita un pò più impegnativa ed arrivo all'ingresso di Baschi. mi fermo ad aspettare Fra e scambio due chiacchiere con un vecchietto col bastone che mi racconta che stava per rimanere paralizzato a causa di una malattia, che un bravo medico del Gemelli ne aveva trovato la causa, ma poi nell'operazione era sorto un problema neurologico.Con una lunga riabilitazione ora poteva camminare seppur con il bastone e si esercitava con lunghe passeggiate.    

Arrivata Fra, salutiamo e proseguiamo. Senza entrare nel centro storico, che sfioriamo alla nostra destra, al bivio scendiamo per il B&B: due km in discesa : una grande casa sulla sx è la nostra meta.
Ci accoglie una ragazza minuta che ci aspettava. insieme al latrato insistente di Achille, il cane per fortuna legato. Ci mostra l'appartamentino carino con angolo cottura e porzione di cortile a disposizione con tavolino e sedie: possiamo smontare le bici.
La ragazza, fidanzata di Domenico, deus ex machina, ci invita all'evento della serata: un karaoke con cena tra pochi amici. 30€ a testa. Aderiamo dopo esserci accordati per 30 per due. Il casolare è piuttosto grande
e costituito da più unità: un corpo centrale e varie dipendenze, il tutto restaurato - presumibilmente con i soldi del terremoto - in pietra viva del fiume, apprenderemo, dallo stesso Domenico che si diletta di architettura.
Sul retro una piscina, non piccola, per la gioia di Fra, e poi un orto ed a scendere verso il Tevere il pascolo per capre e pecore: le galline scorazzano libere così come i gatti. Mi appisolo al sole sulla sdraio mentre Fra non resiste alla tentazione di provare la piscina per un bel bagno.

Ci prepariamo per la serata che si preannuncia interessante, accolti da due bei boccali di vino bianco fresco locale: peccato che si dimenticano di darci il companatico: tartine e arachidi, a cui tanto tenevamo.
Gli altri ospiti sembra si conoscano tutti tra di loro, ma non mostrano alcuna curiosità nei nostri confronti ne' qualcuno fa le presentazioni. Restiamo seduti piacevolmente in attesa della cena che si protrae perchè lo chef Domenico, fa pure questo, è in ritardo.
Il motivo lo capiamo dalla prima portata: vuole fare il sofisticato e così si presenta con antipasto di crostini all'aceto contrastato dal cioccolato. Un disastro! Ancora peggio il primo che arriva freddo. Troppa pasta in poco sugo.In compenso invece l'arrosto con patatine fritte è buono.

Allieta la serata un ragazzo un pò buffo e cicciottello che avevamo visto prima trafficare con casse acustiche e pianola: è il dj della festa ed il cantante clou del karaoke.Tutto molto pittoresco. Soprattutto è divertente
seguire l'alternarsi dei vari protagonisti al canto che con cipiglio professionale si esibiscono ironizzando sulle abilità del nostro dj. In mezzo alla baraonda di fine cena, è la figlia di Domenico: una ragazza poco più che ventenne bella robusta, forse con atteggiamenti mascolini, ma con una bella voce.. Ed allora la serata si riscalda, prima con un duetto di O' Sole Mio, e poi con un revival di hit, tra cui Zombie dei Cranberry di cui, finalmente,grazie allo schermo del karaoke, riesco a comprendere le parole.

Fra sfugge alla situazione e si apparta a rimirar le stelle; vogliono farla cantare e le offrono il microfono, ma diniega. A me no ma mi coinvolgono in un trenino da cui per decenza mi ritiro dopo pochi passi.
Come si capisce una serata casereccia ma divertente, come sempre quando di mezzo c'è la musica.
Andiamo a dormire che è oltre mezzanotte. Gli altri continuano a cantare e bere: sapremo l'indomani del bagno in piscina vestiti alle tre di notte.        

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