Cos'è che li fa MUoverE ?

Chi avrebbe detto che una attività così semplice e spontanea - si cammina prima ancora di connettere verbo- poteva determinare una occasione di aggregazione, il ricostituirsi di antiche frequentazioni,risvegliare la voglia di stare insieme e condividere le emozioni di piccole avventure.Eppure guardateli con gli zaini in spalla ripieni di sorprese, attrezzature più o meno consone alla bisogna - animati da spirito di conoscenza, inerpicarsi per boschi e pendii alla scoperta del mondo che li circonda.

Ed allora ci si chiede cos'è che li spinge ad andare ed andare ed andare, cosa cercano, quali le motivazioni.Come al solito è meglio non porsi mai troppe domande:le risposte potrebbero essere deludenti banali scontate.....volgari! Lasciamoli camminare....Non ci interessa dove e perché.

Ci preme che vadano, che vadano ma che vadano pure a...Ecco, appunto!

Brahamana V sec. a.c - Indra esorta Rohita

Non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini,
Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.

I piedi del viandante diventano fiori,
la sua anima cresce e dà frutti,
ed i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove.
Allora vai, viaggia, Rohita!
Indra esorta Rohita - (dai Brahamana V Sec. a.c.)

sabato 27 maggio 2017

Le poesie di Francy

ANNO NUOVO: 2017

Na corsa ar Colosseo 
Tutti fermi e radunati collo sguardo agli imperiali Fori
T’attendevano co ansia, co li calici levati 
e co la voglia de lancià pe  ll’aria
 com’è da tradizione antica
 li stracci rotti e quelli vecchi
e quell’anno bisestile che è costato più de collere e de bile. 

Io da sola nella via che m’affannavo
P’arrivà dar Palatino All’Aventino
E brindà ar Circo Massimo
coll'artre amiche mie
Allo scadere delle ventiquattro ore.  

Me sentivo de Roma la regina
E me pareva che a corrè così tanto
Je sartavo ‘n braccio all’anno novo. 

Ma mentre che correvo
Cor sorriso spalancato
tutto d’en tratto tutt’attorno se sollevava ‘n gran boato
che l’anno novo era arrivato!
Partivano li botti, i fochi fucsia gialli e verdi
Gridavano de gioia tutt’assieme li romani e li turisti 
Dimenticannose l’affanni e le rincorse
urlanno a squarciagole li sogni e le speranze.

Balli risa e canti, bollicine de spumanti 
E da regina de la sera
Me sentivo tanto sola
Che forse a vorte se perde meno tempo 
a stasse fermi che a core come matti!
E me perdevo innanzi e a destra, addietro e  a manca
Li mejo spari ch’accendevano la notte già ‘nfuocata, 
li monumenti tutti e i sette Colli.

Un poco affranta ma piena de fiducia 
cercavo co l’occhi ancora de bambina
pure per me li fochi e la magia
che te fa crede che nun è poi così impossibile asseconda' la fantasia. 

Ed ecco  le lanterne che custodivano chimere 
Levasse ner cielo su verso la scintillante Venere e tutte l'artre stelle
Una ch’era più vicina mostrava na fiammella 
E – da romantica che so' - ce vedevo 
L’ardore mio e il desiderio de cambià sto monno in mejo, in positivo. 

E ner mentre c’abbassavo er naso
Un abbraccio inaspettato e l’augurio più sincero
Che l’anno nuovo sia migliore der passato.

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mentre scendeva l'autunno, andando in studio

Vestito di rigogliosa edera e mistero
Un antico palazzo si tinge di rosso purpureo.
Al soffio del vento 
La fronda sussulta 
Dal ramo cadono
le foglie di ambra. 
Nel cielo zaffiro
leggere volteggiano
Si posano appena
sull’ asfalto sbiadito
distendono un soffice manto e dorato è il tappeto.

Col naso all’ in su rincorre un bambino
La foglia che ondeggia
Sorride beato 
Tra le piccole mani la accoglie e poi soffia
“sono io il vento, adesso vola lontano”.
Un calcio al fogliame ammassato su un lato 
poi a mucchi le prende e in aria le lancia 
che risa che festa 
orgoglioso si volta “mamma che bello, piovon coriandoli e non è carnevale”

Lo guarda la madre
Dolce lo sguardo e pieno di amore
Poi incede il bambino e ancora affannato
Annuncia a gran voce con tutto il suo fiato “Evviva l’autunno, evviva è arrivato!”

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